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Comune di Cencenighe Agordino

Cencenighe Agordino

Via Roma 9 - 32020 - Cencenighe Agordino (BL)
Veneto

tel: 0437 591108 fax: 0437 591121

e-mail: cencenighe@agordino.bl.it
pec: segreteria.comune.cencenighe.bl@pecveneto.it
web: www.agordino.bl.it

Storia

Cencenighe, come centro abitato, sia stato stabilmente occupato intorno al 1000. Più incerta l’origine del nome che qualcuno attribuisce all’appellativo di una famiglia proprietaria dei beni fondiari. Le prime attestazioni storiche risalgono alla fine del secolo XIII con i nomi di Zinzinihgae, Cencenigis, Zinzinigo, Cincinige. 

La presenza di un’attività mineraria nelle zone limitrofe e delle professioni relative al taglio di legna per garantire il funzionamento dei forni fusori è una delle cause alla base degli insediamenti abitativi del paese.   
Passato sotto il dominio della Repubblica di Venezia nel 1404, Cencenighe apparteneva al Capitaniato dell’Agordino e formava una “regola” di Soprachiusa, definizione con la quale si intendevano le amministrazioni situate nella parte superiore a Listolade. 

Fu nell’epoca a cavallo tra Medioevo ed Età moderna che il paese andò soggetto alle devastazioni da parte delle truppe militari di Filippo Maria Visconti nel  1439 subendo poi, quasi un secolo più tardi, le vessazioni dei soldati di Leonardo Felzer alleato contro la Repubblica veneta nella “Lega di Cambrai”.

Anticamente il primo nucleo era formato da un gruppo di abitazioni collocate intorno alla chiesa sull’altura di Coi e a Villagrande, quest’ultimo da considerare centro amministrativo e commerciale di Cencenighe fino a un secolo fa.
Con il tempo altre costruzioni sono poi sorte nelle aree limitrofe e lungo i versanti dei rilievi circostanti  dando vita così ai villaggi che tuttora lo costituiscono. E’ databile intorno agli ultimi decenni dell’Ottocento  l’edificazione lungo l’attuale via Roma mentre la zona di Veronetta, dove è attualmente ubicata la sede municipale, è attestata già nel secolo precedente grazie anche alla presenza di un forno per la fusione del ferro distrutto durante l’alluvione dell’agosto 1748.  

Per la sua particolare conformazione, alla confluenza della valle del Biois e del Cordevole, il capoluogo fu infatti più volte soggetto alle inondazioni chiamate in dialetto brentàne le più gravi delle quali, negli ultimi secoli, quelle del settembre 1882 e del novembre 1966.