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Comune di Lamon

Lamon

Piazza III Novembre 16 - 32033 - Lamon (BL)
Veneto

tel: 0439 7941 fax: 0439 794234

e-mail: lamon@feltrino.bl.it
pec: lamon@postemailcertificata.it
web: www.comunedilamon.info

Storia

L’altopiano di Lamon si apre alle soglie delle Dolomiti di Primiero - San Martino e del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi; lembo estremo del Feltrino occidentale, è legato al resto del territorio rispettivamente dai percorsi ideali del torrente Cismon e dell’antica Via Claudia Augusta. Il territorio lamonese è caratterizzato da oltre 5400 ettari di verde che si distende dai 400 ai 2000 metri di altitudine in un clima tipicamente montano - alpino. Numerose sorgenti riversano a fondovalle acque limpide nel Senaiga e nel Cismon. Più di 130 chilometri di strade pittoresche e centinaia di chilometri di sentieri percorrono una montagna che ha conservato quasi intatto il suo fascino ed il lavoro millenario della natura nelle sue viscere.
Da millenni la vita è presente nell’altopiano lamonese, come testimonia il notevole ritrovamento di un cacciatore preistorico avvenuto nel 1988 in Val Rosna, sul versante sovramontino del Cismon. Più recenti sono invece i resti di fauna fossile rinvenuti nella grotta di San Donà. Tra questi rivestono particolare importanza paleontologica quelli relativi all’Ursus Speleus, un orso di grandi dimensioni diffuso sull’arco alpino (lo scheletro di uno di questi orsi è stato completamente ricostruito ed è visibile nell’atrio del Municipio). Il territorio lamonese, romanizzato intorno al I secolo d.C., era attraversato dalla via Claudia Augusta, una strada militare che collegava Altino con la Resia. Il suo percorso era disseminato di fortificazioni, una delle quali sorgeva molto probabilmente sul colle di S. Pietro, dove venne poi edificata l’omonima chiesa parrocchiale.
Tra la fine dell’’800 e l’inizio del ‘900 sono state rinvenute numerose tracce di romanizzazione (tombe, gioielli, monete) sia sul colle sia nella zona circostante. A poche centinaia di metri dal centro, sulla strada per S. Donato, è visibile un ponte romano, recentemente restaurato, sulla Claudia Augusta. Si tratta di una costruzione costituita da un’unica campata sorretta da un arco a tutto sesto e interamente realizzata in conci di pietra locale. Al periodo altomedievale risale il calice del Diacono Orso, oggi conservato nella casa canonica di Lamon. Databile tra il V e il VI secolo, il calice argenteo è formato da una grossa coppa sostenuta da uno stelo basso e recante l’iscrizione DEI DONIS DEI URSUS DIACONUS SANCTO PETRO ET SANCTO PAULO APTULIT. A partire dal XII secolo il paese cominciò ad organizzarsi in forma di comunità rurale: la Pieve nasceva come entità giuridica e religiosa e godeva di ampia autonomia, temperata soltanto dall’autorità del Vescovo Conte. La bolla di Papa Lucio III (1184) conferma la Pieve di Lamon come una delle più antiche del Feltrino, con benefici e privilegi accumulati nei secoli fino a divenire chiesa arcipretale e forania. Fin dal medioevo l’economia lamonese era fondata su attività agro-pastorali, come attesta l’intervento, volto a dirimere una contesa confinaria tra Lamon e i paesi limitrofi, da parte del Vescovo Drudo da Camino nel 1177.
A partire dal 1330 la Pieve di Lamon si diede una serie di norme scritte, raccolte nella “Regola”, relative all’uso dei pascoli, all’allevamento del bestiame, allo sfruttamento del territorio. L’intera comunità, attraverso l’assemblea dei capifamiglia e dei funzionari, partecipava al governo della Pieve, che mantenne per qualche secolo un forte grado di autonomia, favorita da un’organizzazione contrassegnata dall’immobile perpetuarsi della tradizione e da un rigido particolarismo. Nonostante la sottomissione alla Repubblica di Venezia del territorio feltrino nel 1404, gli statuti locali continuarono a conservare la loro validità, ma il dominio della Serenissima si fece progressivamente più pesante.
Prospettive ed auspici
Lontano da una proposta turistico – ricettiva standardizzata e di massa, Lamon si candida a pieno diritto, in considerazione anche delle caratteristiche che le sono proprie, ad offrire un nutrito carnet di proposte “diverse“ ma di sicura ed efficace presa, predisposte su misura per un turista sempre più’ esigente e di qualità. Le risorse e le possibilità di sviluppo dell’imprenditoria del settore offrono ampi margini di miglioramento. Nel contesto della progettualità che, a livello transnazionale, gravita attorno alla via Claudia Augusta, anche Lamon, ma non solo, deve qualificarsi, attraverso la pluralità degli aspetti sopra indicati, come uno dei più interessanti poli di attrazione turistica e, complice il Fagiolo, diventare a breve termine il catalizzatore di un’utenza tale da coinvolgere ad ampio raggio non solo il territorio lamonese ma, altresì, tutto il feltrino e il tesino. Dopo il recente intervento di recupero del tracciato lamonese della via Claudia, primo e fondamentale tassello del progetto, urge e in tempi brevi, la prosecuzione ed il ripristino di ulteriori parti del percorso dell’antica via militare con l’obiettivo primario di raggiungere Castel Tesino, offrendo al turista l’interezza di un tratto adatto a  escursioni e passeggiate a piedi e in mountain bike. In questo contesto è necessario che il bellissimo e recentemente restaurato “ Casel “ di S. Donato, possa diventare punto di riferimento e di accoglienza per chi desidera provare il piacere di ripercorrere un tratto dell’antica via militare sulle orme delle legioni imperiali romane. La creazione a Lamon di un museo, sede in futuro ove raccogliere il gran numero di reperti archeologici ritrovati lungo il percorso della via Claudia Augusta – in gran parte ancora in mano ai privati – potrà costituire un ulteriore motivo di attrattiva per il turista e occasione di un ulteriore interesse per un territorio dalle risorse ancora tutte da scoprire.
La via Claudia Augusta
Lamon, il suo territorio, può vantare il transito di uno dei tratti della via Claudia Augusta che, sicuramente, può essere annoverato tra i più’ spettacolari e suggestivi. 
Dal torrente Cismon la via Claudia risale verso l’altopiano seguendo un percorso che, sulla sinistra della valle, ridotto a mulattiera, punta direttamente  verso il colle di S. Pietro, dove sorge, sui resti di un castello, la chiesa dedicata  al Santo, nei pressi della quale, nel corso degli anni, sono state rinvenute molte monete romane e numerosa oggettistica risalente al periodo.
Rimane, in località Stalena, a brevissima distanza, il notevole complesso del “Ponte Romano“ che, inserito in un contesto naturale di rara bellezza e suggestione evocativa e grazie ad un recente intervento di sistemazione e restauro, restituisce al visitatore la memoria di lontani trascorsi quando, all’apice dello splendore dell’età imperiale, gli uomini delle legioni dell’esercito di Roma passavano attraverso questi luoghi per raggiungere le mai dome terre germaniche. 
Si può percorrere, con inizio dalla località Costa – anche se l’attacco con l’attuale sede stradale , ora, è precluso alla vista da un grande accumulo di terra – lo stupendo tratto di via Claudia, giunta sino a noi , oggi, col nome di “Via Pagana“ : quattro chilometri ininterrotti in salita leggera, intagliati nella roccia. Del tracciato originario della via non è rimasto che il profilo, in alcuni tratti perfettamente definito, le cui dimensioni variano dai 180 ai 200 centimetri. Le vie militari, ben diverse dalle “ viae silice stratae “ che attraversavano i grossi centri abitati, mostravano, su delle solide fondamenta in legno, pietra e sabbia, una copertura in ghiaia ben battuta ed erano chiamate “ viae glara stratae “.
La creazione, a Lamon, di un museo, sede in futuro ove raccogliere il gran numero di reperti archeologici ritrovati lungo il percorso della via Claudia Augusta – in gran parte ancora in mano ai privati – e i numerosi scheletri ritrovati in una necropoli a S.Donato costituirebbero ulteriore motivo di attrattiva per il turista e occasione di rinnovato interesse per un territorio dalle risorse ancora non appieno potenziate.