Comune di Farra d'Isonzo
Farra d'Isonzo
Piazza Vittorio Emanuele III 10 - 34072 - Farra d'Isonzo (GO)
Friuli Venezia Giulia
tel: 0481 888002 fax: 0481 888609
e-mail: segretario.farra-d-isonzo@eell.regione.fvg.it
pec: comune.farradisonzo@certgov.fvg.it
web: www.comune.farra.go.it
Storia
Il toponimo deriva dalla voce di origine longobarda fara: stirpe, famiglia, corte, fondo.
Il luogo era abitato anticamente. Fu certamente un mansio romano con torre di vedetta sul monte Fortin a quota 116. Era la posizione strategica più avanzata per il controllare l’antico guado dell’Isonzo alla Mainizza.
Nel VII secolo c’era certamente un’arimania longobarda, ovvero un luogo fu dato in coltivazione a famiglie longobarde purché lo proteggessero. L’importante posizione strategica della confluenza del Frigido nell’Isonzo, era uno di questi casi. Verso il IX secolo sorse sul colle un castello, uno dei più antichi manieri del Friuli. Infatti fu conferito da Berengario, duca del Friuli e poi re d’Italia, al potente feudatario Annone.
Nel 967 l’imperatore Ottone I confermò al patriarca Rodoaldo (963 -†983 o 984) le investiture precedenti e tra le nuove aggiunse il Castello di Farra. Nel 1031 Farra passò al Capitolo Aquileiese e nel XIII secolo fu conquistata dai conti di Gorizia che successivamente la infeudarono assieme ai colli e le campagne circostanti alla famiglia Strassoldo che ne restò padrona per secoli.
Farra per la sua posizione geografica, fu al centro degli avvenimenti storici che si svolsero in queste terre nell’antichità e nel Medio Evo e poi sopportando le invasioni ungariche e turche e le conseguenze delle guerre tra Venezia e l’Austria. In quel periodo fu sistemato un forte, intorno al quale si combatté durante la Guerra di Gradisca (1615-1617).
Il maniero ormai vetusto, subì radicali trasformazioni, e fu convertito in un saldo palazzo. Dopo il truce assassinio di Eleonora di Madrisio, cercarono rifugio Nicolò Strassoldo (alla cui famiglia apparteneva la costruzione) e Lucio Antonio della Torre, che tentarono di porre resistenza ai soldati arciducali, ma da ultimo dovettero arrendersi (1722) Furono poi condannati a morte, dopo un processo durato un anno, e giustiziati dopo torture a Gradisca d’Isonzo il 3 luglio 1723.
Durante la prima guerra mondiale il paese fu ridotto a postazioni di artiglieria. La stessa sorte subirono le frazioni di Villanova e Mainizza dove fin dai tempi di Roma era stato costruito il ponte oltre l’Isonzo nella strada proveniente da Emona (l’attuale Lubiana) e della Pannonia (la regione che comprendeva l’Austria orientale, la Stiria e parte della Carniola spingendosi verso la Bosnia).
Il luogo era abitato anticamente. Fu certamente un mansio romano con torre di vedetta sul monte Fortin a quota 116. Era la posizione strategica più avanzata per il controllare l’antico guado dell’Isonzo alla Mainizza.
Nel VII secolo c’era certamente un’arimania longobarda, ovvero un luogo fu dato in coltivazione a famiglie longobarde purché lo proteggessero. L’importante posizione strategica della confluenza del Frigido nell’Isonzo, era uno di questi casi. Verso il IX secolo sorse sul colle un castello, uno dei più antichi manieri del Friuli. Infatti fu conferito da Berengario, duca del Friuli e poi re d’Italia, al potente feudatario Annone.
Nel 967 l’imperatore Ottone I confermò al patriarca Rodoaldo (963 -†983 o 984) le investiture precedenti e tra le nuove aggiunse il Castello di Farra. Nel 1031 Farra passò al Capitolo Aquileiese e nel XIII secolo fu conquistata dai conti di Gorizia che successivamente la infeudarono assieme ai colli e le campagne circostanti alla famiglia Strassoldo che ne restò padrona per secoli.
Farra per la sua posizione geografica, fu al centro degli avvenimenti storici che si svolsero in queste terre nell’antichità e nel Medio Evo e poi sopportando le invasioni ungariche e turche e le conseguenze delle guerre tra Venezia e l’Austria. In quel periodo fu sistemato un forte, intorno al quale si combatté durante la Guerra di Gradisca (1615-1617).
Il maniero ormai vetusto, subì radicali trasformazioni, e fu convertito in un saldo palazzo. Dopo il truce assassinio di Eleonora di Madrisio, cercarono rifugio Nicolò Strassoldo (alla cui famiglia apparteneva la costruzione) e Lucio Antonio della Torre, che tentarono di porre resistenza ai soldati arciducali, ma da ultimo dovettero arrendersi (1722) Furono poi condannati a morte, dopo un processo durato un anno, e giustiziati dopo torture a Gradisca d’Isonzo il 3 luglio 1723.
Durante la prima guerra mondiale il paese fu ridotto a postazioni di artiglieria. La stessa sorte subirono le frazioni di Villanova e Mainizza dove fin dai tempi di Roma era stato costruito il ponte oltre l’Isonzo nella strada proveniente da Emona (l’attuale Lubiana) e della Pannonia (la regione che comprendeva l’Austria orientale, la Stiria e parte della Carniola spingendosi verso la Bosnia).