Comune di Campodarsego
Campodarsego
Piazza Europa, 1 - 35011 - Campodarsego (PD)
Veneto
tel: 049 9299811 fax: 049 9200524
e-mail: protocollo@comune.campodarsego.pd.it
pec: campodarsego.pd@cert.ip-veneto.net
web: www.comune.campodarsego.pd.it
Storia
In ogni luogo e in ogni tempo l’ambiente ha condizionato l’insediamento e lo sviluppo delle comunità; è quindi opportuno richiamare alcuni elementi fondamentali del territorio di Campodarsego per comprendere il significato e il valore dei fatti culturali, artistici e sociali che lo hanno caratterizzato.
La pianura intorno a Campodarsego è attraversata da numerosi corsi d’acqua affluenti del Brenta, tra cui Tergola e Muson dei Sassi.
L’antico Muson faceva da confine tra Padova, Asolo e Altino, come conferma la scritta Muson Mons Athes certos dant mihi fines sul sigillo medievale della città.
I Carraresi lo fortificarono contro Venezia col campo trincerato detto “serraglio”, che comprendeva le piazzeforti di Camposampiero, Stigliano e Mirano, e lo ingrossarono con l’intento di interrare la laguna tanto che Marco Corner ebbe a dire che, se non si prendevano provvedimenti, “presto sentiremo le rane a cantare in laguna renduta in canedo”. Dopo la caduta dei Carraresi, Venezia regolò il Muson e ne divise il corso, aprendo un nuovo canale da Castelfranco a Campodarsego, a Vigodarzere fino al Brenta (1612).
Il Muson dei Sassi trasportava nella corrente una grande quantità di detriti (da cui il nome) e la sua manutenzione fu affidata alle ville e alle contrade della zona,come era consuetudine.
Sia il Comune di Padova che i Carraresi emanavano severe disposizioni sull’obbligo di tenere in efficienza anche i corsi d’acqua minori, le fosse: Fiumicello, Caltana, Amposone, Frate, Cavino dei Burri, Rio d’Arsego.
Fin dall’età classica le vie d’acqua si integravano con le vie di terra che svolgevano un ruolo importantissimo nella politica di dominio elaborata dai Romani. Diversamente dagli itinerari precedenti, sorti per esigenze particolari e contingenti, esse garantivano l’unità e l’organizzazione dello stato, assicurando la convivenza e l’integrazione tra i popoli. Nessun paese poteva restare chiuso in se stesso, ma doveva aprirsi agli influssi esterni e accogliere non solo soldati e prodotti, ma idee e culture diverse.
La pianura intorno a Campodarsego è attraversata da numerosi corsi d’acqua affluenti del Brenta, tra cui Tergola e Muson dei Sassi.
L’antico Muson faceva da confine tra Padova, Asolo e Altino, come conferma la scritta Muson Mons Athes certos dant mihi fines sul sigillo medievale della città.
I Carraresi lo fortificarono contro Venezia col campo trincerato detto “serraglio”, che comprendeva le piazzeforti di Camposampiero, Stigliano e Mirano, e lo ingrossarono con l’intento di interrare la laguna tanto che Marco Corner ebbe a dire che, se non si prendevano provvedimenti, “presto sentiremo le rane a cantare in laguna renduta in canedo”. Dopo la caduta dei Carraresi, Venezia regolò il Muson e ne divise il corso, aprendo un nuovo canale da Castelfranco a Campodarsego, a Vigodarzere fino al Brenta (1612).
Il Muson dei Sassi trasportava nella corrente una grande quantità di detriti (da cui il nome) e la sua manutenzione fu affidata alle ville e alle contrade della zona,come era consuetudine.
Sia il Comune di Padova che i Carraresi emanavano severe disposizioni sull’obbligo di tenere in efficienza anche i corsi d’acqua minori, le fosse: Fiumicello, Caltana, Amposone, Frate, Cavino dei Burri, Rio d’Arsego.
Fin dall’età classica le vie d’acqua si integravano con le vie di terra che svolgevano un ruolo importantissimo nella politica di dominio elaborata dai Romani. Diversamente dagli itinerari precedenti, sorti per esigenze particolari e contingenti, esse garantivano l’unità e l’organizzazione dello stato, assicurando la convivenza e l’integrazione tra i popoli. Nessun paese poteva restare chiuso in se stesso, ma doveva aprirsi agli influssi esterni e accogliere non solo soldati e prodotti, ma idee e culture diverse.