Comune di Claut
Claut
Via Antonio Giordani 1 - 33080 - Claut (PN)
Friuli Venezia Giulia
tel: 0427 878040 fax: 0427 878454
e-mail: info@com-claut.regione.fvg.it
pec: comune.claut@certgov.fvg.it
web: www.comune.claut.pn.it
Approfondimenti
Ciclabile di Claut (anello)Malga Pussa
Museo Casa Clautana
Ricovero Casera Pramaggiore
Rifugio Pussa
Storia
L’insediamento di Claut e disseminato su due terrazzi alluvionali allo sbocco della Val Clautana.
La prima notizia della Villa di Claut risale al anno 924 e si trova nell’atto di donazione all’Abbazia Benedettina di Sesto al Reghena: ”villa quae vocatur Clauto”. Il nome del paese deriva dal latino “clauditus” che significa chiuso.
La chiesa di S. Giorgio di Claut fu la prima a divenire parrocchia nel 1607 perché qui, più che altrove, la popolazione era aumentata.
Claut rimase chiusa, appunto, fino al 1911-13. Fino ad allora infatti, un solo tortuoso sentiero lo collegava alla pianura. Negli anni citati si costruì la una strada che aprì notevolmente le prospettive di scambio.
Tuttavia iniziarono anni di grande abbandono di queste terre, che nella loro impervia bellezza non riservavano grandi prospettive di benessere.
Nel secondo dopoguerra ci fu un certo risveglio, anche con un certo incremento del turismo. Nel 1963 la tragedia del Vajont, si ripercosse anche nella zona così vicina, generando lutti e disgregazioni.
La risorsa turistica si rivelò tuttavia insufficiente a garantire risorse economiche adeguate e quindi ci furono nuovi abbandoni. Nel 1976 si avvertirono anche qui gli effetti del terremoto.
Nel 1993 si completò finalmente la nuova strada, che cominciò a garantire delle comunicazioni agevoli. Questa fu premessa di una ripresa turistica che oggi è in pieno sviluppo e che, grazie all’impegno di molti enti associati, costituisce uno dei motori della riqualificazione sociale e culturale di Claut.
La prima notizia della Villa di Claut risale al anno 924 e si trova nell’atto di donazione all’Abbazia Benedettina di Sesto al Reghena: ”villa quae vocatur Clauto”. Il nome del paese deriva dal latino “clauditus” che significa chiuso.
La chiesa di S. Giorgio di Claut fu la prima a divenire parrocchia nel 1607 perché qui, più che altrove, la popolazione era aumentata.
Claut rimase chiusa, appunto, fino al 1911-13. Fino ad allora infatti, un solo tortuoso sentiero lo collegava alla pianura. Negli anni citati si costruì la una strada che aprì notevolmente le prospettive di scambio.
Tuttavia iniziarono anni di grande abbandono di queste terre, che nella loro impervia bellezza non riservavano grandi prospettive di benessere.
Nel secondo dopoguerra ci fu un certo risveglio, anche con un certo incremento del turismo. Nel 1963 la tragedia del Vajont, si ripercosse anche nella zona così vicina, generando lutti e disgregazioni.
La risorsa turistica si rivelò tuttavia insufficiente a garantire risorse economiche adeguate e quindi ci furono nuovi abbandoni. Nel 1976 si avvertirono anche qui gli effetti del terremoto.
Nel 1993 si completò finalmente la nuova strada, che cominciò a garantire delle comunicazioni agevoli. Questa fu premessa di una ripresa turistica che oggi è in pieno sviluppo e che, grazie all’impegno di molti enti associati, costituisce uno dei motori della riqualificazione sociale e culturale di Claut.