Comune di Meduno
Meduno
Via Roma 15 - 33092 - Meduno (PN)
Friuli Venezia Giulia
tel: 0427 86130 fax: 0427 85000
e-mail: affari.generali@com-meduno.regione.fvg.it
pec: comune.meduno@certgov.fvg.it
web: www.comune.meduno.pn.it
Storia
Il nome del paese è di origine oscura, quasi certamente preromana, forse da un Magodunum di base gallica, cioè “città fortificata”.
Il primo documento che testimonia un sicuro insediamento risale al 1136, quando fu eretto il castello. Più tardi una bolla di papa Urbano III del 1186 nomina il castello di Meduno come feudo del Vescovo di Concordia che viene dato ai di Meduno. Questi in seguito divennero vassalli del Patriarca di Aquileia a cui rinnovarono il giuramento di fedeltà nel 1295.
Nel 1385 le milizie padovane invasero il Friuli e posero l’assedio al maniero. Alcuni consorti volevano opporre resistenza, ma furono cacciati dai loro consanguinei che però, due anni dopo, furono trucidati. Anche in seguito il maniero e i suoi signori dovettero sottostare a varie traversie finché nel 1392 il castello tornò agli antichi giurisdicenti. Ma questi non lo godettero per lungo tempo, perché, nel 1413 Enrico di Strassoldo, Vescovo di Concordia, lo diede in pegno ai nobili Valentinis.
Questi feudatari ebbero riconfermata l’investitura del castello e del feudo ma, in seguito, dovettero restituirlo ai di Meduno. La famiglia si estinse nel 1514 e da allora passò sotto le dirette dipendenze di Venezia.
Il castello finì col cadere in rovina ed il colpo di grazia gli fu dato alla fine dell’Ottocento, quando molto del suo materiale venne usato per la costruzione di edifici sul colle.
Caduta la repubblica Veneta nel 1797, dopo la breve parentesi napoleonica, il Comune di Meduno fu soggetto all’Austria. Il dott. Antonio Andreuzzi di Navarons, che era in corrispondenza con Mazzini e Garibaldi, e che organizzò nel 1864, con un manipolo di villeggianti, un audace tentativo contro la dominazione austriaca, passato alla storia come “I moti di Navarons”.
Nel 1866 con il Friuli fu riunito all’Italia.
Il primo documento che testimonia un sicuro insediamento risale al 1136, quando fu eretto il castello. Più tardi una bolla di papa Urbano III del 1186 nomina il castello di Meduno come feudo del Vescovo di Concordia che viene dato ai di Meduno. Questi in seguito divennero vassalli del Patriarca di Aquileia a cui rinnovarono il giuramento di fedeltà nel 1295.
Nel 1385 le milizie padovane invasero il Friuli e posero l’assedio al maniero. Alcuni consorti volevano opporre resistenza, ma furono cacciati dai loro consanguinei che però, due anni dopo, furono trucidati. Anche in seguito il maniero e i suoi signori dovettero sottostare a varie traversie finché nel 1392 il castello tornò agli antichi giurisdicenti. Ma questi non lo godettero per lungo tempo, perché, nel 1413 Enrico di Strassoldo, Vescovo di Concordia, lo diede in pegno ai nobili Valentinis.
Questi feudatari ebbero riconfermata l’investitura del castello e del feudo ma, in seguito, dovettero restituirlo ai di Meduno. La famiglia si estinse nel 1514 e da allora passò sotto le dirette dipendenze di Venezia.
Il castello finì col cadere in rovina ed il colpo di grazia gli fu dato alla fine dell’Ottocento, quando molto del suo materiale venne usato per la costruzione di edifici sul colle.
Caduta la repubblica Veneta nel 1797, dopo la breve parentesi napoleonica, il Comune di Meduno fu soggetto all’Austria. Il dott. Antonio Andreuzzi di Navarons, che era in corrispondenza con Mazzini e Garibaldi, e che organizzò nel 1864, con un manipolo di villeggianti, un audace tentativo contro la dominazione austriaca, passato alla storia come “I moti di Navarons”.
Nel 1866 con il Friuli fu riunito all’Italia.