Comune di Guarda Veneta
Guarda Veneta
Via Roma 61 - 45030 - Guarda Veneta (RO)
Veneto
tel: 0425 487090 fax: 0425 487015
e-mail: info@comune.guardaveneta.ro.it
pec: comune.guardaveneta.ro@pecveneto.it
web: www.comune.guardaveneta.ro.it
Storia
Il nome Guarda deriva da "Guardia", con esso si allude spesso all'esistenza di un posto di guardia, ma più semplicemente, nel caso di Guarda Veneta, indica una località che si trova in un sito sopraelevato rispetto al territorio circostante.
La parola deriva dalla voce germanica "Warda", di analogo significato, attribuibile forse ai Longobardi, per quanto qualche studioso la definisca una formazione gotica.
Guarda, dunque, "luogo elevato".
Per quanto concerne la specificazione "Veneta" occorre rifarsi alla storia del centro. Le prime notizie di Guarda risalgono al 938: "Gardilliana" viene citata nel testamento del marchese Almerico. Ma l'origine della comunità di Guarda, come quella della dirimpettaia Guarda Ferrarese, risale al periodo successivo la Rotta del Po di Ficarolo (1150), quando i necessari e urgenti lavori di arginatura attirarono qui molte famiglie di lavoratori.
Addirittura, sembra che il nuovo corso del Po avesse diviso l'abitato preesistente, formando due nuove comunità: Guarda, poi Ferrarese alla sua destra, e "Guardazzola" o "Guarda Minore", poi Guarda Veneta alla sua sinistra.
Incorporata nella Contea di Rovigo, passò agli Estensi nel 1221 e vi rimase soggetta pressoché ininterrottamente fino alla pace di Bagnolo (Brescia), che chiuse la "guerra del sale" (1482-1484), tra Ferrara e la Repubblica di San Marco e che vide il Polesine di Rovigo passare sotto il dominio della Serenissima.
Fu al centro di uno scontro navale memorabile passato alla storia come la battaglia della Polesella (1509), in verità i ferraresi, attraverso fori praticati negli argini, inflissero una dura sconfitta alle galere veneziane sul Giaròn, un isolotto sul Po che appartiene al comune di Guarda Veneta, poco oltre la località Quarti, così chiamata dai veneziani perché le guardie si alternavano ogni quarto di giornata.
Nonostante la sconfitta patita, Guarda restò alla Serenissima fino al 1797 (trattato di Campoformio). Intorno al 500 la Veneta Repubblica, dominatrice dei mari che mal soffriva il piccolo ed in parte inospitale territorio, insufficiente all'espansione del suo popolo, intraprese quelle colossali opere di bonifica che cambiarono le melmose nostre palaghe in ubertose terre.
Non fa quindi meraviglia se i nobili Veneziani, nella solitudine campestre di questi luoghi, fra la lussureggiante flora delle rive padane, nella idilliaca bellezza agreste, ricercarono spesso riposo e tranquillità alla fortunosa e conquistatrice vita dei mari. Di qui Donà, i Morosini, i Venier, i Vendramin, i Bianchi, i Fiaschi, i Bonarelli si fabbricarono le loro ville, alcune delle quali mostrano ancora l'antica grandiosità e legarono il nome alle nostre campagne. Attraversò tutto un periodo di innovazioni fino al 1814 (ora sotto l'Austria, ora sotto Napoleone), quando fu incorporata nel Regno Lombardo-Veneto. Col 1866, Guarda Veneta ed il resto del Veneto passarono al Regno d'Italia.
Fu eretta parrocchia nel XVI secolo, la chiesa primitiva costruita circa nel 1500 e demolita attorno al 1580, fu poi subito ricostruita nello stesso luogo, ma con orientamento diverso. L'interno della Chiesa Parrocchiale, dedicata a "San Domenico di Guzman", presenta una sola navata con il soffitto impreziosito da affreschi di Giovan Battista Canal (XVIII secolo), raffiguranti nella parte centrale "Le Tre Virtù Teologali" e "Le Quattro Virtù Cardinali"; sopra la porta centrale è situato l'organo costruito da Gaetano Callido nel 1783. Annesso alla parrocchiale c'è il Battistero, di recente costruzione e particolarmente ricco di mosaici (1960), e la torre campanaria dalla pronunciata cuspide a forma piramidale.
La festa della Madonna Addolorata il Lunedì di Pasqua è molto sentita dai fedeli della comunità ed ha origini antiche. Forse risale all'epoca della consacrazione dell'altare dedicato alla Madonna. Oltre alla chiesa parrocchiale, vi è anche l'Oratorio della Madonna della Salute, sito nella piccola borgata denominata Madonnina in direzione Pontecchio Polesine. Il caratteristico oratorio a forma ottagonale nella parte alta, è stato costruito verso il 1750. All'interno della piccola chiesetta, era esposta alla venerazione dei fedeli un'antica icona con l'immagine della Madonna col bambino, di autore ignoto. Il quadro, lesionato da una scheggia di granata nel mese di Aprile 1945, è stato rubato nel Novembre del 1993 e non ancora ritrovato. Il paese, rivierasco del Po, non può non godere dei bellissimi scorci che questo grande fiume offre per gli appassionati della natura, dove possono essere praticate le più svariate attività legate al tempo libero, come le attività venatorie, la raccolta dei funghi, le passeggiate a cavallo e le gite in bicicletta, che ora è possibile fare grazie alla pista ciclabile, che collega il Po all'Adige, passando per Rovigo e Pontecchio Polesine. L'economia si basa soprattutto sull'agricoltura, dove le colture sono per la maggior parte cerealicole o si basano sull'allevamento di bovini e ovini.
La parola deriva dalla voce germanica "Warda", di analogo significato, attribuibile forse ai Longobardi, per quanto qualche studioso la definisca una formazione gotica.
Guarda, dunque, "luogo elevato".
Per quanto concerne la specificazione "Veneta" occorre rifarsi alla storia del centro. Le prime notizie di Guarda risalgono al 938: "Gardilliana" viene citata nel testamento del marchese Almerico. Ma l'origine della comunità di Guarda, come quella della dirimpettaia Guarda Ferrarese, risale al periodo successivo la Rotta del Po di Ficarolo (1150), quando i necessari e urgenti lavori di arginatura attirarono qui molte famiglie di lavoratori.
Addirittura, sembra che il nuovo corso del Po avesse diviso l'abitato preesistente, formando due nuove comunità: Guarda, poi Ferrarese alla sua destra, e "Guardazzola" o "Guarda Minore", poi Guarda Veneta alla sua sinistra.
Incorporata nella Contea di Rovigo, passò agli Estensi nel 1221 e vi rimase soggetta pressoché ininterrottamente fino alla pace di Bagnolo (Brescia), che chiuse la "guerra del sale" (1482-1484), tra Ferrara e la Repubblica di San Marco e che vide il Polesine di Rovigo passare sotto il dominio della Serenissima.
Fu al centro di uno scontro navale memorabile passato alla storia come la battaglia della Polesella (1509), in verità i ferraresi, attraverso fori praticati negli argini, inflissero una dura sconfitta alle galere veneziane sul Giaròn, un isolotto sul Po che appartiene al comune di Guarda Veneta, poco oltre la località Quarti, così chiamata dai veneziani perché le guardie si alternavano ogni quarto di giornata.
Nonostante la sconfitta patita, Guarda restò alla Serenissima fino al 1797 (trattato di Campoformio). Intorno al 500 la Veneta Repubblica, dominatrice dei mari che mal soffriva il piccolo ed in parte inospitale territorio, insufficiente all'espansione del suo popolo, intraprese quelle colossali opere di bonifica che cambiarono le melmose nostre palaghe in ubertose terre.
Non fa quindi meraviglia se i nobili Veneziani, nella solitudine campestre di questi luoghi, fra la lussureggiante flora delle rive padane, nella idilliaca bellezza agreste, ricercarono spesso riposo e tranquillità alla fortunosa e conquistatrice vita dei mari. Di qui Donà, i Morosini, i Venier, i Vendramin, i Bianchi, i Fiaschi, i Bonarelli si fabbricarono le loro ville, alcune delle quali mostrano ancora l'antica grandiosità e legarono il nome alle nostre campagne. Attraversò tutto un periodo di innovazioni fino al 1814 (ora sotto l'Austria, ora sotto Napoleone), quando fu incorporata nel Regno Lombardo-Veneto. Col 1866, Guarda Veneta ed il resto del Veneto passarono al Regno d'Italia.
Fu eretta parrocchia nel XVI secolo, la chiesa primitiva costruita circa nel 1500 e demolita attorno al 1580, fu poi subito ricostruita nello stesso luogo, ma con orientamento diverso. L'interno della Chiesa Parrocchiale, dedicata a "San Domenico di Guzman", presenta una sola navata con il soffitto impreziosito da affreschi di Giovan Battista Canal (XVIII secolo), raffiguranti nella parte centrale "Le Tre Virtù Teologali" e "Le Quattro Virtù Cardinali"; sopra la porta centrale è situato l'organo costruito da Gaetano Callido nel 1783. Annesso alla parrocchiale c'è il Battistero, di recente costruzione e particolarmente ricco di mosaici (1960), e la torre campanaria dalla pronunciata cuspide a forma piramidale.
La festa della Madonna Addolorata il Lunedì di Pasqua è molto sentita dai fedeli della comunità ed ha origini antiche. Forse risale all'epoca della consacrazione dell'altare dedicato alla Madonna. Oltre alla chiesa parrocchiale, vi è anche l'Oratorio della Madonna della Salute, sito nella piccola borgata denominata Madonnina in direzione Pontecchio Polesine. Il caratteristico oratorio a forma ottagonale nella parte alta, è stato costruito verso il 1750. All'interno della piccola chiesetta, era esposta alla venerazione dei fedeli un'antica icona con l'immagine della Madonna col bambino, di autore ignoto. Il quadro, lesionato da una scheggia di granata nel mese di Aprile 1945, è stato rubato nel Novembre del 1993 e non ancora ritrovato. Il paese, rivierasco del Po, non può non godere dei bellissimi scorci che questo grande fiume offre per gli appassionati della natura, dove possono essere praticate le più svariate attività legate al tempo libero, come le attività venatorie, la raccolta dei funghi, le passeggiate a cavallo e le gite in bicicletta, che ora è possibile fare grazie alla pista ciclabile, che collega il Po all'Adige, passando per Rovigo e Pontecchio Polesine. L'economia si basa soprattutto sull'agricoltura, dove le colture sono per la maggior parte cerealicole o si basano sull'allevamento di bovini e ovini.