Comune di Cappella Maggiore
Cappella Maggiore
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Veneto
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pec: protocollo.comune.cappellamaggiore.tv@pecveneto.it
web: www.comune.cappellamaggiore.tv.it
Storia
Le origini di Cappella ed Anzano si perdono nella notte dei tempi; i primi insediamenti si fanno risalire al X sec. a.C. circa quando le zone furono abitate da tribù di veneti, antica popolazione indo-europea, e dai celti. I noti "panevin" che ogni 5 gennaio illuminano le notti in Veneto e Friuli, altro non sono che la perpetuazione di un'antichissima pratica druidica propiziatoria, che, con l'inizio dell'anno celtico, aveva protagonista la strega Cailleach.
Uno dei primi nuclei abitativi si fa risalire al periodo tra il IV ed il V secolo d.C., in epoca romana, attorno ad una "villa domini", tipica abitazione padronale circondata dalle modeste abitazioni dei braccianti agricoli che ad essa facevano riferimento.
A testimoniare la presenza romana nella zona, basti considerare i nomi di borgo "Villa" e borgo "Gava", soprannominato quest'ultimo "borgo sciavi" (dal latino "sclavus" = servo).
Intorno al V sec. vennero costruite nella zona del vittoriese alcune chiese matrici, fra cui quella di S. Andrea in Ceneda (l'attuale Vittorio Veneto) dalla quale dipesero poi le chiese di Anzano, Cappella e Fregona.
All'egemonia romana, a partire dal 500 d.C. seguirono le invasioni barbariche e successivamente nel 568 d.C. l'occupazione da parte dei Longobardi. Questi ultimi portarono ad un'inevitabile integrazione con le popolazioni locali e ad un notevole influsso nella toponomastica ed onomastica locale ancora oggi riscontrabili.
Per quasi tutto il IX sec. l'intera zona dovette subire le continue incursioni devastatrici degli Ungari.
Nel 1154 tutto l'alto cenedese con Serravalle, Anzano e Cappella viene concesso dai longobardi Ermanni in feudo ai Da Camino, signori di Treviso, originari di Montanara, l'attuale Montaner, fino al 1335 quando, con la morte del loro ultimo erede, tutti i territori ritornarono al vescovo, conte di Ceneda, che li diede in feudo a Venezia, alla quale rimasero fino al 1797.
In questo periodo il paese subì la tragica invasione dei Turchi nel 1499 che costò notevoli perdite umane e distruzioni.
Nel XVIII secolo, con la caduta della Repubblica di Venezia i territori subirono 1'occupazione militare prima francese, poi austriaca, e Anzano e Cappella furono aggregati al Distretto di Serravalle. Particolarmente triste fu l'occupazione degli eserciti francesi di Napoleone al punto che 1'arrivo degli austriaci fu considerata un'autentica liberazione.
Le due Comunità di Anzano e Cappella Maggiore vennero conglobate in un unico comune nel 1815 ad opera del governo Austroungarico; entrambi dipendevano dal distretto di Serravalle e quest'ultimo dalla provincia di Treviso.
Nel 1866 le truppe italiane entrarono nel territorio comunale che venne quindi annesso al Regno d'Italia.
Cappella Maggiore, per la sua posizione strategica di passaggio per il Cansiglio, fu ampiamente coinvolta sia nella I guerra mondiale, con la presenza delle truppe dell'impero austriaco dopo la disfatta di Caporetto nel 1917, sia nella II guerra mondiale, con le lotte dei partigiani che scendevano dalle montagne per le loro incursioni contro i nazi-fascisti al potere. Nel 1945 fu per mano di un fascista che venne vilmente assassinato l'allora parroco del paese Don Brescacin al quale è dedicato l'attuale monumento posto in piazza Vittorio Veneto.
Uno dei primi nuclei abitativi si fa risalire al periodo tra il IV ed il V secolo d.C., in epoca romana, attorno ad una "villa domini", tipica abitazione padronale circondata dalle modeste abitazioni dei braccianti agricoli che ad essa facevano riferimento.
A testimoniare la presenza romana nella zona, basti considerare i nomi di borgo "Villa" e borgo "Gava", soprannominato quest'ultimo "borgo sciavi" (dal latino "sclavus" = servo).
Intorno al V sec. vennero costruite nella zona del vittoriese alcune chiese matrici, fra cui quella di S. Andrea in Ceneda (l'attuale Vittorio Veneto) dalla quale dipesero poi le chiese di Anzano, Cappella e Fregona.
All'egemonia romana, a partire dal 500 d.C. seguirono le invasioni barbariche e successivamente nel 568 d.C. l'occupazione da parte dei Longobardi. Questi ultimi portarono ad un'inevitabile integrazione con le popolazioni locali e ad un notevole influsso nella toponomastica ed onomastica locale ancora oggi riscontrabili.
Per quasi tutto il IX sec. l'intera zona dovette subire le continue incursioni devastatrici degli Ungari.
Nel 1154 tutto l'alto cenedese con Serravalle, Anzano e Cappella viene concesso dai longobardi Ermanni in feudo ai Da Camino, signori di Treviso, originari di Montanara, l'attuale Montaner, fino al 1335 quando, con la morte del loro ultimo erede, tutti i territori ritornarono al vescovo, conte di Ceneda, che li diede in feudo a Venezia, alla quale rimasero fino al 1797.
In questo periodo il paese subì la tragica invasione dei Turchi nel 1499 che costò notevoli perdite umane e distruzioni.
Nel XVIII secolo, con la caduta della Repubblica di Venezia i territori subirono 1'occupazione militare prima francese, poi austriaca, e Anzano e Cappella furono aggregati al Distretto di Serravalle. Particolarmente triste fu l'occupazione degli eserciti francesi di Napoleone al punto che 1'arrivo degli austriaci fu considerata un'autentica liberazione.
Le due Comunità di Anzano e Cappella Maggiore vennero conglobate in un unico comune nel 1815 ad opera del governo Austroungarico; entrambi dipendevano dal distretto di Serravalle e quest'ultimo dalla provincia di Treviso.
Nel 1866 le truppe italiane entrarono nel territorio comunale che venne quindi annesso al Regno d'Italia.
Cappella Maggiore, per la sua posizione strategica di passaggio per il Cansiglio, fu ampiamente coinvolta sia nella I guerra mondiale, con la presenza delle truppe dell'impero austriaco dopo la disfatta di Caporetto nel 1917, sia nella II guerra mondiale, con le lotte dei partigiani che scendevano dalle montagne per le loro incursioni contro i nazi-fascisti al potere. Nel 1945 fu per mano di un fascista che venne vilmente assassinato l'allora parroco del paese Don Brescacin al quale è dedicato l'attuale monumento posto in piazza Vittorio Veneto.