Comune di Paese
Paese
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Veneto
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Storia
Le origini della comunità di Paese si perdono lontano nel tempo, senza diretti riferimenti nella storiografia disponibile.
Studi sulla configurazione dei luoghi in epoche protostoriche e storiche hanno messo in luce l'esistenza in zona di numerose tracce di divagazioni fluviali del Piave e di interessanti testimonianze di centuriazione romana.
Anche se è probabile che gruppi umani si siano insediati nel territorio di Paese fin da qualche millennio prima di Cristo, più chiari e precisi sono i segni della presenza romana dalla fine del II secolo a.C., con la creazione della Gallia Cisalpina e la fondazione della città di Aquileia.
E' in tale periodo che fu dato ampio impulso alla divisione del territorio in appezzamenti, con una struttura a centuriazione del tutto particolare e la costruzione di importanti assi stradali, quali la strada Postumia, che congiungeva Genova con Aquileia, passando anche per Postioma.
La presenza romana è inoltre documentata da alcuni ritrovamenti verificatisi un po' ovunque.
Si tratta soprattutto di tombe, di frammenti di tegole e mattoni.
Nei secoli successivi esile è la traccia storica delle vicende del territorio di Paese, che soltanto all'inizio del 1900 è divenuto il Comune con l'attuale configurazione.
Le varie comunità sparse nel territorio si sono infatti sostanzialmente sviluppate come entità autonome sia per la diretta influenza su alcune di esse della vicina Treviso (Castagnole, Villa e Sovernigo), sia per le vicende legate alla storia ecclesiastica, preminente per molti secoli su quella civile (Postioma e Porcellengo appartenevano all'Arcipretale di Cornuda, tutte le altre a quella di Quinto), sia infine per ragioni di ordine geografico e militare.
Per ricostruire l'evoluzione civica del Comune di Paese è fondamentale partire dalla Bolla papale del 3 maggio 1152, rimasta in vigore fino al 1793, che indicò, tra l'altro, anche le "regole" o villaggi appartenenti alle "Pievi" di Quinto (con Paese, Castagnole, Sovernigo, Villa, Monigo e Malzago), di Postioma (Musano, Posnovo, Porcellengo, Merlengo, S.Pelagio) e di Istrana (con Padernello e Marcelline).
Queste tre Pievi ecclesiastiche corrispondevano, in larga parte, alle giurisdizioni civili esistenti in zona.
E per secoli furono proprio le Cappelle, divenute poi Parrocchie, il centro vivo della vita sociale attorno a cui si costituirono e si svilupparono le comunità locali.
L'organizzazione civile del territorio della "Provincia Trevisana" restò, fino alla fine della Repubblica di Venezia, quella predisposta intorno alla metà del trecento dalla prima amministrazione veneziana; il territorio del Comune di Paese faceva parte in quel tempo della circoscrizione comunale di Treviso.
Nell'aprile del 1797 giunsero le truppe francesi di Napoleone, dando inizio ad una dominazione, seguita poi da quella austriaca, che non facilitò certo le condizioni di vita della popolazione già provata dalla povertà. Durante tutta la prima metà dell'Ottocento, Paese fu considerato un sicuro rifugio dai patrioti fuggiaschi, come lo stesso Daniele Manin che visse un anno in esilio nell'attuale Villa "La Quiete".
Fin dalla fine del Settecento andò delineandosi anche la fisionomia civile dell'attuale Comune.
Con decreti dell'imperatore venivano stabiliti i Dipartimenti degli Stati Veneti, la loro suddivisione in Distretti e Cantoni e l'istituzione dei Comuni come circoscrizioni amministrative tuttora esistenti.
La zona ad ovest di Treviso fu interessata, sia nel periodo napoleonico che in quello austriaco, da decreti vari che modificarono più volte l'ampiezza delle circoscrizioni comunali, fino ad ottenere nel 1819 una sistemazione quasi definitiva: venne confermato il Comune di Padernello (abitanti 1.155) con le frazioni di Porcellengo e Postioma; fu istituito nuovamente il Comune di Paese (abitanti 2.336) con le frazioni di Castagnole e Monigo.
L'attuale configurazione territoriale del Comune sarà raggiunta solo con provvedimenti tardivi: dal 1° gennaio 1867 si ebbe la fusione dei Comuni di Padernello e Paese, con l'istituzione dell'unico Comune di Paese; infine con decreto del 28 marzo 1920 venne sancito il passaggio di Monigo al Comune di Treviso.
Poco cambiò tuttavia nella vita della gente.
La povertà continuava ad essere la condizione più diffusa.
Il solo scampo venne dall'emigrazione, che mobilitò intere famiglie.
Molti paesani, con i quattro milioni di Veneti, sono andati per il mondo in un secolo, tra il 1870 ed il 1970.
La ricerca di pane, di terra e di fortuna li ha portati in Brasile, in Canada, in Francia, in Australia, in Belgio, in Svizzera, in Germania, in Argentina, in Messico.
Ad aggravare la situazione locale contribuì l'inizio della Grande Guerra che dissanguò le campagne di energie vive, mettendo in difficoltà la vita delle famiglie, nelle quali restavano dediti al lavoro dei campi per lo più gli anziani, le donne ed i bambini.
Il territorio di Paese si trovò proprio a ridosso delle zone di guerra.
Fu sede di comandi militari alleati, tra cui un reparto inglese.
Difficile fu anche la ripresa del dopo-guerra, tra problemi sociali e politici che stavano assumendo aspetti nuovi.
Avanzava infatti il fascismo, esautorando fin dal 1927 gli organi elettivi comunali (Consiglio e Giunta) con l'istituzione del "Podestà".
L'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania, nel 1940, apre un altro difficile periodo di storia.
Molti soldati furono inviati nei vari fronti di combattimento spesso senza farvi ritorno. La guerra rese necessaria la solidarietà.
I bombardamenti che distrussero Treviso il 7 aprile 1944 provocarono, infatti, il fenomeno degli "sfollati": Paese contribuì grandemente alla preziosa opera di accoglienza, pur nella situazione di generale indigenza.
Si sviluppò anche la mobilitazione partigiana, che organizzò la resistenza e la liberazione, non senza i suoi martiri.
Il 19 maggio 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale assunse tutti i poteri di amministrazione e di governo nel territorio del Comune.
Il primo Consiglio Comunale libero fu eletto il 31 marzo 1946 ed il 17 aprile Luigi Zanoni veniva eletto Sindaco, carica che ricoprirà ininterrottamente fino al 1958.
Riprendevano così il loro cammino le istituzioni democratiche comunali, sospese per vent'anni dal regime fascista.
Nel referendum istituzionale del 2 giugno 1946, i risultati resero evidente la mentalità tradizionale della gente di Paese, che si espresse con 2.193 voti per la Monarchia e 2.094 voti per la Repubblica.
Gli ultimi cinquant'anni sono ormai storia recente, apparentemente priva di fatti di grande importanza, ma ricca di una trama di vicende che hanno prodotto anche a Paese una profonda e complessa trasformazione sociale, culturale, economica e territoriale.
Studi sulla configurazione dei luoghi in epoche protostoriche e storiche hanno messo in luce l'esistenza in zona di numerose tracce di divagazioni fluviali del Piave e di interessanti testimonianze di centuriazione romana.
Anche se è probabile che gruppi umani si siano insediati nel territorio di Paese fin da qualche millennio prima di Cristo, più chiari e precisi sono i segni della presenza romana dalla fine del II secolo a.C., con la creazione della Gallia Cisalpina e la fondazione della città di Aquileia.
E' in tale periodo che fu dato ampio impulso alla divisione del territorio in appezzamenti, con una struttura a centuriazione del tutto particolare e la costruzione di importanti assi stradali, quali la strada Postumia, che congiungeva Genova con Aquileia, passando anche per Postioma.
La presenza romana è inoltre documentata da alcuni ritrovamenti verificatisi un po' ovunque.
Si tratta soprattutto di tombe, di frammenti di tegole e mattoni.
Nei secoli successivi esile è la traccia storica delle vicende del territorio di Paese, che soltanto all'inizio del 1900 è divenuto il Comune con l'attuale configurazione.
Le varie comunità sparse nel territorio si sono infatti sostanzialmente sviluppate come entità autonome sia per la diretta influenza su alcune di esse della vicina Treviso (Castagnole, Villa e Sovernigo), sia per le vicende legate alla storia ecclesiastica, preminente per molti secoli su quella civile (Postioma e Porcellengo appartenevano all'Arcipretale di Cornuda, tutte le altre a quella di Quinto), sia infine per ragioni di ordine geografico e militare.
Per ricostruire l'evoluzione civica del Comune di Paese è fondamentale partire dalla Bolla papale del 3 maggio 1152, rimasta in vigore fino al 1793, che indicò, tra l'altro, anche le "regole" o villaggi appartenenti alle "Pievi" di Quinto (con Paese, Castagnole, Sovernigo, Villa, Monigo e Malzago), di Postioma (Musano, Posnovo, Porcellengo, Merlengo, S.Pelagio) e di Istrana (con Padernello e Marcelline).
Queste tre Pievi ecclesiastiche corrispondevano, in larga parte, alle giurisdizioni civili esistenti in zona.
E per secoli furono proprio le Cappelle, divenute poi Parrocchie, il centro vivo della vita sociale attorno a cui si costituirono e si svilupparono le comunità locali.
L'organizzazione civile del territorio della "Provincia Trevisana" restò, fino alla fine della Repubblica di Venezia, quella predisposta intorno alla metà del trecento dalla prima amministrazione veneziana; il territorio del Comune di Paese faceva parte in quel tempo della circoscrizione comunale di Treviso.
Nell'aprile del 1797 giunsero le truppe francesi di Napoleone, dando inizio ad una dominazione, seguita poi da quella austriaca, che non facilitò certo le condizioni di vita della popolazione già provata dalla povertà. Durante tutta la prima metà dell'Ottocento, Paese fu considerato un sicuro rifugio dai patrioti fuggiaschi, come lo stesso Daniele Manin che visse un anno in esilio nell'attuale Villa "La Quiete".
Fin dalla fine del Settecento andò delineandosi anche la fisionomia civile dell'attuale Comune.
Con decreti dell'imperatore venivano stabiliti i Dipartimenti degli Stati Veneti, la loro suddivisione in Distretti e Cantoni e l'istituzione dei Comuni come circoscrizioni amministrative tuttora esistenti.
La zona ad ovest di Treviso fu interessata, sia nel periodo napoleonico che in quello austriaco, da decreti vari che modificarono più volte l'ampiezza delle circoscrizioni comunali, fino ad ottenere nel 1819 una sistemazione quasi definitiva: venne confermato il Comune di Padernello (abitanti 1.155) con le frazioni di Porcellengo e Postioma; fu istituito nuovamente il Comune di Paese (abitanti 2.336) con le frazioni di Castagnole e Monigo.
L'attuale configurazione territoriale del Comune sarà raggiunta solo con provvedimenti tardivi: dal 1° gennaio 1867 si ebbe la fusione dei Comuni di Padernello e Paese, con l'istituzione dell'unico Comune di Paese; infine con decreto del 28 marzo 1920 venne sancito il passaggio di Monigo al Comune di Treviso.
Poco cambiò tuttavia nella vita della gente.
La povertà continuava ad essere la condizione più diffusa.
Il solo scampo venne dall'emigrazione, che mobilitò intere famiglie.
Molti paesani, con i quattro milioni di Veneti, sono andati per il mondo in un secolo, tra il 1870 ed il 1970.
La ricerca di pane, di terra e di fortuna li ha portati in Brasile, in Canada, in Francia, in Australia, in Belgio, in Svizzera, in Germania, in Argentina, in Messico.
Ad aggravare la situazione locale contribuì l'inizio della Grande Guerra che dissanguò le campagne di energie vive, mettendo in difficoltà la vita delle famiglie, nelle quali restavano dediti al lavoro dei campi per lo più gli anziani, le donne ed i bambini.
Il territorio di Paese si trovò proprio a ridosso delle zone di guerra.
Fu sede di comandi militari alleati, tra cui un reparto inglese.
Difficile fu anche la ripresa del dopo-guerra, tra problemi sociali e politici che stavano assumendo aspetti nuovi.
Avanzava infatti il fascismo, esautorando fin dal 1927 gli organi elettivi comunali (Consiglio e Giunta) con l'istituzione del "Podestà".
L'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania, nel 1940, apre un altro difficile periodo di storia.
Molti soldati furono inviati nei vari fronti di combattimento spesso senza farvi ritorno. La guerra rese necessaria la solidarietà.
I bombardamenti che distrussero Treviso il 7 aprile 1944 provocarono, infatti, il fenomeno degli "sfollati": Paese contribuì grandemente alla preziosa opera di accoglienza, pur nella situazione di generale indigenza.
Si sviluppò anche la mobilitazione partigiana, che organizzò la resistenza e la liberazione, non senza i suoi martiri.
Il 19 maggio 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale assunse tutti i poteri di amministrazione e di governo nel territorio del Comune.
Il primo Consiglio Comunale libero fu eletto il 31 marzo 1946 ed il 17 aprile Luigi Zanoni veniva eletto Sindaco, carica che ricoprirà ininterrottamente fino al 1958.
Riprendevano così il loro cammino le istituzioni democratiche comunali, sospese per vent'anni dal regime fascista.
Nel referendum istituzionale del 2 giugno 1946, i risultati resero evidente la mentalità tradizionale della gente di Paese, che si espresse con 2.193 voti per la Monarchia e 2.094 voti per la Repubblica.
Gli ultimi cinquant'anni sono ormai storia recente, apparentemente priva di fatti di grande importanza, ma ricca di una trama di vicende che hanno prodotto anche a Paese una profonda e complessa trasformazione sociale, culturale, economica e territoriale.