Comune di Bordano
Bordano
Via Venzone - 33010 - Bordano (UD)
Friuli Venezia Giulia
tel: 0432 988120 fax: 0432 988185
e-mail: info@comune.bordano.ud.it
pec: comune.bordano@certgov.fvg.it
web: www.bordano.org
Approfondimenti
La casa delle Farfalle di BordanoStoria
Il toponimo di questo comune ha avuto diverse interpretazioni: la più probabile, attribuita allo studioso Frau, che collega l’origine di questo nome alla sua posizione geografica ai margini del Monte S. Simeone, “Bordano” cioè margine. Altri vorrebbero unirlo ad un cognome di origine veneta: Bordon.
Nella storia dello sviluppo sociale ed economico di questo comune si trova il primato dell’emigrazione stagionale e definitiva per tutto il territorio del Mandamento di Gemona. Bordano si estende lungo il fianco meridionale del Monte S. Simeone e quello settentrionale del Naurint, fino a raggiungere un lembo del Lago di Cavazzo.
Le pendici del Monte S. Simeone recano ancora le tracce del terremoto: numerose piccole frane infatti hanno danneggiato i suoi boschi, il S. Simeone è fra i monti più popolari in Carnia, viene chiamato anche “Coltarond” cioè colle rotondo per il suo caratteristico profilo rotondeggiante visibile da gran parte della pianura friulana. È tra i monti più anticamente ricordati in documenti, se ne parla infatti già nel 1257 ed inoltre è uno dei rilievi segnati per primi sulle carte geografiche della zona, la prima carta che ne reca l’indicazione è del 1563. Il S. Simeone è facilmente accessibile da ogni lato, ma comunemente la salita si fa da Bordano e da Pioverno.
Prima del terremoto in uno speco, sulla cima, sorgeva la Chiesetta di San Michele costruita nel XV secolo sotto uno strapiombo di roccia, restaurata nel 1933 e dedicata ai caduti, essa meta di molti escursionisti. All’interno conservava tracce di affreschi ed una Via Crucis, purtroppo il terremoto la completamente distrutta.
Come in quasi tutti i comuni danneggiati dal terremoto, la rinascita è stata rapida e produttiva; la popolazione ha contribuito con determinazione alla ricostruzione dei paesi e in molti casi si è avuto un incremento notevole nella nascita di nuove attività commerciali sia a livello artigianale che industriale. Negli anni seguenti il terremoto, c’è stata anche una proposta, poi non realizzata, di costruire in questa zona un autodromo per ospitare gare automobilistiche a livello mondiale.
Nel ottobre del 1944, terminata l’azione contro la Zona Orientale, le truppe tedesche sferrarono l’attacco contro la zona partigiana tenute dalla “Brigata Osoppo” e la “Divisione Garibaldi Picelli Tagliamento” lungo la direttrice di Braulins e Bordano. La devastazione per la popolazione fu enorme, Bordano venne bruciato.
La frazione di Interneppo si trova in alto, su uno sperone che sporge nel lago di Cavazzo, anche questa località è stata colpita dal terremoto e i suoi abitanti furono costretti a ricominciare nuovamente. Questa zona sta attualmente puntando sul turismo soprattutto festivo, numerose comitive si recano in riva al lago dove possono praticare molti sport acquatici o semplicemente fare un giro sulle barche appositamente predisposte.
I riti di S. Giovanni al solstizio d’estate
Come le molte usanze legate al solstizio d’estate, il più delle volte derivate da antichi riti celtici, collegate allo scorrere delle stagioni “ San Zuan co la spiga in man!” dice un proverbio friulano legando San Giovanni al momento della mietitura.
S. Giovanni girava per i campi a benedire le messi e le coltivazioni; secondo gli studiosi l’acqua aveva una parte cospicua nei riti di mezza estate; questo spiegha perché la Chiesa, volendo innestarsi sull’antica festa pagana senza modificarla, abbia scelto di dedicarla a S. Giovanni Battista, egli “battezza” erbe e fiori nella sua notte.
Chi guarda nella notte di S. Giovanni in un’acqua che ha ricevuto la santa rugiada, vede apparizioni profetiche, in questa notte gli animali parlano, i sogni hanno probabilità divinatorie.
In quasi tutta la Carnia era diffuso il rito del “mac di S. Zuan”, un mazzo di fiori ed erbe campestri che, benedetto dalla rugiada, veniva ulteriormente benedetto in chiesa. Questo mazzo veniva appeso fuori di casa, oppure sotto le travi del tetto a protezione. Tutti i portenti di questa notte e le eccezionali influenze della natura sono giustificati dal fatto che i poteri degli elementi generatori di vita che si congiungono soltanto nel temporale, diventano miracolosi.
In epoca romana, al solstizio d’inverno si venerava il dio delle folgori “Summanus”, ancora nel medioevo, a Roma si festeggiava la ricorrenza davanti alla Basilica di S. Giovanni portando croce e cantando canti profani.
Nella storia dello sviluppo sociale ed economico di questo comune si trova il primato dell’emigrazione stagionale e definitiva per tutto il territorio del Mandamento di Gemona. Bordano si estende lungo il fianco meridionale del Monte S. Simeone e quello settentrionale del Naurint, fino a raggiungere un lembo del Lago di Cavazzo.
Le pendici del Monte S. Simeone recano ancora le tracce del terremoto: numerose piccole frane infatti hanno danneggiato i suoi boschi, il S. Simeone è fra i monti più popolari in Carnia, viene chiamato anche “Coltarond” cioè colle rotondo per il suo caratteristico profilo rotondeggiante visibile da gran parte della pianura friulana. È tra i monti più anticamente ricordati in documenti, se ne parla infatti già nel 1257 ed inoltre è uno dei rilievi segnati per primi sulle carte geografiche della zona, la prima carta che ne reca l’indicazione è del 1563. Il S. Simeone è facilmente accessibile da ogni lato, ma comunemente la salita si fa da Bordano e da Pioverno.
Prima del terremoto in uno speco, sulla cima, sorgeva la Chiesetta di San Michele costruita nel XV secolo sotto uno strapiombo di roccia, restaurata nel 1933 e dedicata ai caduti, essa meta di molti escursionisti. All’interno conservava tracce di affreschi ed una Via Crucis, purtroppo il terremoto la completamente distrutta.
Come in quasi tutti i comuni danneggiati dal terremoto, la rinascita è stata rapida e produttiva; la popolazione ha contribuito con determinazione alla ricostruzione dei paesi e in molti casi si è avuto un incremento notevole nella nascita di nuove attività commerciali sia a livello artigianale che industriale. Negli anni seguenti il terremoto, c’è stata anche una proposta, poi non realizzata, di costruire in questa zona un autodromo per ospitare gare automobilistiche a livello mondiale.
Nel ottobre del 1944, terminata l’azione contro la Zona Orientale, le truppe tedesche sferrarono l’attacco contro la zona partigiana tenute dalla “Brigata Osoppo” e la “Divisione Garibaldi Picelli Tagliamento” lungo la direttrice di Braulins e Bordano. La devastazione per la popolazione fu enorme, Bordano venne bruciato.
La frazione di Interneppo si trova in alto, su uno sperone che sporge nel lago di Cavazzo, anche questa località è stata colpita dal terremoto e i suoi abitanti furono costretti a ricominciare nuovamente. Questa zona sta attualmente puntando sul turismo soprattutto festivo, numerose comitive si recano in riva al lago dove possono praticare molti sport acquatici o semplicemente fare un giro sulle barche appositamente predisposte.
I riti di S. Giovanni al solstizio d’estate
Come le molte usanze legate al solstizio d’estate, il più delle volte derivate da antichi riti celtici, collegate allo scorrere delle stagioni “ San Zuan co la spiga in man!” dice un proverbio friulano legando San Giovanni al momento della mietitura.
S. Giovanni girava per i campi a benedire le messi e le coltivazioni; secondo gli studiosi l’acqua aveva una parte cospicua nei riti di mezza estate; questo spiegha perché la Chiesa, volendo innestarsi sull’antica festa pagana senza modificarla, abbia scelto di dedicarla a S. Giovanni Battista, egli “battezza” erbe e fiori nella sua notte.
Chi guarda nella notte di S. Giovanni in un’acqua che ha ricevuto la santa rugiada, vede apparizioni profetiche, in questa notte gli animali parlano, i sogni hanno probabilità divinatorie.
In quasi tutta la Carnia era diffuso il rito del “mac di S. Zuan”, un mazzo di fiori ed erbe campestri che, benedetto dalla rugiada, veniva ulteriormente benedetto in chiesa. Questo mazzo veniva appeso fuori di casa, oppure sotto le travi del tetto a protezione. Tutti i portenti di questa notte e le eccezionali influenze della natura sono giustificati dal fatto che i poteri degli elementi generatori di vita che si congiungono soltanto nel temporale, diventano miracolosi.
In epoca romana, al solstizio d’inverno si venerava il dio delle folgori “Summanus”, ancora nel medioevo, a Roma si festeggiava la ricorrenza davanti alla Basilica di S. Giovanni portando croce e cantando canti profani.