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Comune di Faedis

Faedis

Piazza Monsignor Pelizzo 13 - 33040 - Faedis (UD)
Friuli Venezia Giulia

tel: 0432 728007 fax: 0432 728897

e-mail: affari.generali@com-faedis.regione.fvg.it
pec: comune.faedis@certgov.fvg.it
web: www.comune.faedis.ud.it

Storia

Già in epoca preistorica la zona risultava abitata. Alcuni toponimi, invece, ci informano sulla presenza dei Celti, che continuò fino all’arrivo dei Romani, che costituirono una rete difensiva.

Le prime citazioni di Faedis si hanno intorno all’anno 1000.
Il Patriarca Popone nel 1027 diede incarico a Odorico di Auspergh, nobile carinziano, di edificare un castello. Egli scelse un colle sopra Faedis, un “cuc” da cui deriva Cucagna. E di quella casata un tal Guarnero o Varnerio viene definito. per primo, di Faedis nel 1166 e di Cucagna nel 1186.

In epoca medioevale furono edificati vari castelli: di Partistagno, di Cucagna, di Zucco in base ai vari rami della famiglia, che ebbero poi un ruolo importante nella storia del Friuli e delle lotte interne alla nobiltà, pro o contro il Patriarca.

Con l’arrivo dei Veneziani, si assopirono le lotte e la nobiltà friulana svolse la funzione di difesa e controllo sociale.
Faedis, viveva sotto la protezione dei conti Freschi, nome assunto dai Cucagna dopo Francesco detto il Fresco. Le attività principali erano costituite dall’artigianato e dall’agricoltura.

Anche qui i secoli dal XVI al XVIII furono, come in tutto il Friuli, caratterizzati dal lentissimo ma costante declino di Venezia. Il sussulto Francese e il dominio dell’Aquila Bicipite non mutarono di molto lo scorrere delle cose.
Sul finire del dominio Austriaco ci furono a Faedis alcuni fermenti patriottici, guidati dall’allora parroco don Antonio Leonarduzzi. Nel 1866, infine, l’unione del Friuli all’Italia fu accolta con gioia unanime.

Iniziò un periodo di sviluppo, trascinato soprattutto dall’attività vitivinicola, che riuscì ad arginare la piaga dell’emigrazione che colpì l’Italia e il Friuli, soprattutto montano e prealpino. L’inizio del Novecento per il territorio faedese fu contraddistinto da un certo benessere economico, sempre imperniato su agricoltura e allevamento.

La prima guerra mondiale pose un freno a questo sviluppo. Faedis era posta al confine con l’Austria-Ungheria e risentì subito dello stato bellico. Il conflitto lasciò il paese e il suo territorio in ginocchio.

Alla vittoria liberale del 1920, ci fu in risposta da parte delle componenti cattoliche che portò a numerose realizzazioni socioculturali. Questo fece si, che all’organizzazione dei primi nuclei fascisti e poi durante il ventennio, la componente cattolica rimanesse predominante.

La seconda guerra mondiale portò molti faedesi sui vari fronti. Dopo il 1943, l’intensa attività partigiana sulle montagne del suo territorio, fece di Faedis l’obiettivo di numerose rappresaglie e bombardamenti d’artiglieria da parte dei tedeschi. Nel 1944, dopo un’operazione tedesca in grande stile, Faedis fu bruciata.

Ritornata la pace, Faedis lentamente e laboriosamente iniziò a risanare le piaghe della guerra. I successivi anni di pace e tranquillità favorirono questo proposito.

Il terremoto del ‘76 colpì anche questo comune, che venne inserito nella fascia dei comuni disastrati. Per fortuna i danni, seppur gravi, si limitarono agli edifici e non cagionarono morti. Si affrontò la ricostruzione nuovamente, con coraggio e determinazione. Questa ha portato Faedis ad essere oggi una piacevole località, immersa nel verde e con un economia sviluppata e diversificata.