Comune di Manzano
Manzano
Via Natisone 34 - 33044 - Manzano (UD)
Friuli Venezia Giulia
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web: www.comune.manzano.ud.it
Approfondimenti
Celcetto ManzanoStoria
Il nome deriva dal toponimo prediale in -anu da Amandius. La storia della località inizia con la costruzione del castello, di cui si ignora l’anno preciso. Fu eretto dai signori poi conti di Manzano, nobile famiglia che prese parte alle varie lotte in Friuli.
Per tale motivo il maniero fu incendiato ma i suoi feudatari lo ricostruirono (1256), dandoli notevole grandezza, con forma quasi circolare, e mura molto spesse; fu poi ancora ingrandito ed abbellito nel 1299.
Godevano i Manzano della giurisdizione su cinque villaggi ed occupavano un seggio nel Parlamento Friulano. Siccome però commisero vari crimini, vennero assediati. Opposero dapprima fiera resistenza ma da ultimo dovettero cercare la salvezza con la fuga. Il castello fu devastato, anche se in seguito, nel 1302, fu restaurato.
L’anno dopo, il patriarca Ottobono de Razzi, lo restituì ai proprietari, contro l’esborso di una somma di denaro. Successivamente, benché questi feudatari avessero posto nel Corpo Nobile Cividalese, si trovarono in contrasto con questa città. Nel 1361 il maniero fu preso dal duca Rodolfo IV d’Austria, ma Udine, Cividale e Gemona glielo tolsero e lo dettero alle fiamme (1362).
La gastaldia del luogo fu venduta agli antichi signori ed in seguito il castello fu ricostruito. Cividale, che vi conservava alcuni diritti, decise nel 1384 di tenervi un capitano con una piccola guarnigione, senza ostacolare la residenza dei suoi feudatari ed a questi (con brevi parentesi) rimase sino al 1431. In quell’anno Giovanni e Mataleone di Manzano, alleatisi con il patriarca Lodovico di Tech contro di Venezia, ebbero la rocca distrutta ed il feudo confiscato dal Senato Veneto.
La casata conservò un ruolo cospicuo a Cividale (dove possedeva un palazzo) ed in seguito si trasferì a Giassico. Fra gli illustri suoi componenti meritano una particolare menzione Scipione (1560-1596) poeta e scrittore, Marcantonio, caduto eroicamente al comandando delle truppe Veneziane-Cividalesi contro gli Austriaci il 2 luglio 1617 nella guerra di Gradisca, perciò Cividale e Venezia gli eressero un monumento equestre che si trova nel Duomo di Cividale, e Francesco (1801-1895) che è, tra l’altro, autore della monumentale opera “Annali del Friuli”.
Il territorio manzanese segui poi le vicende di Cividale, fu soggetto alla repubblica di Venezia, nel 1805 fece parte del Regno Italico e nel 1813 fu annesso all’Austria, sotto il cui dominio rimase sino al 1866 seguendo poi gli eventi storici di Udine.
Negli ultimi decenni si è fortemente sviluppata nel manzanese l’industria della sedia tanto che è stata denominata “Capitale della sedia” .
Per tale motivo il maniero fu incendiato ma i suoi feudatari lo ricostruirono (1256), dandoli notevole grandezza, con forma quasi circolare, e mura molto spesse; fu poi ancora ingrandito ed abbellito nel 1299.
Godevano i Manzano della giurisdizione su cinque villaggi ed occupavano un seggio nel Parlamento Friulano. Siccome però commisero vari crimini, vennero assediati. Opposero dapprima fiera resistenza ma da ultimo dovettero cercare la salvezza con la fuga. Il castello fu devastato, anche se in seguito, nel 1302, fu restaurato.
L’anno dopo, il patriarca Ottobono de Razzi, lo restituì ai proprietari, contro l’esborso di una somma di denaro. Successivamente, benché questi feudatari avessero posto nel Corpo Nobile Cividalese, si trovarono in contrasto con questa città. Nel 1361 il maniero fu preso dal duca Rodolfo IV d’Austria, ma Udine, Cividale e Gemona glielo tolsero e lo dettero alle fiamme (1362).
La gastaldia del luogo fu venduta agli antichi signori ed in seguito il castello fu ricostruito. Cividale, che vi conservava alcuni diritti, decise nel 1384 di tenervi un capitano con una piccola guarnigione, senza ostacolare la residenza dei suoi feudatari ed a questi (con brevi parentesi) rimase sino al 1431. In quell’anno Giovanni e Mataleone di Manzano, alleatisi con il patriarca Lodovico di Tech contro di Venezia, ebbero la rocca distrutta ed il feudo confiscato dal Senato Veneto.
La casata conservò un ruolo cospicuo a Cividale (dove possedeva un palazzo) ed in seguito si trasferì a Giassico. Fra gli illustri suoi componenti meritano una particolare menzione Scipione (1560-1596) poeta e scrittore, Marcantonio, caduto eroicamente al comandando delle truppe Veneziane-Cividalesi contro gli Austriaci il 2 luglio 1617 nella guerra di Gradisca, perciò Cividale e Venezia gli eressero un monumento equestre che si trova nel Duomo di Cividale, e Francesco (1801-1895) che è, tra l’altro, autore della monumentale opera “Annali del Friuli”.
Il territorio manzanese segui poi le vicende di Cividale, fu soggetto alla repubblica di Venezia, nel 1805 fece parte del Regno Italico e nel 1813 fu annesso all’Austria, sotto il cui dominio rimase sino al 1866 seguendo poi gli eventi storici di Udine.
Negli ultimi decenni si è fortemente sviluppata nel manzanese l’industria della sedia tanto che è stata denominata “Capitale della sedia” .