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Comune di Resia

Resia

Via Roma 21 - 33010 - Resia (UD)
Friuli Venezia Giulia

tel: 0433 53001 fax: 0433 53392

e-mail: resia@com-resia.regione.fvg.it
pec: comune.resia@certgov.fvg.it
web: www.comune.resia.ud.it

Approfondimenti

Malga Coot

Storia

Il nome Resia deriva dal latino resecare che vuol dire “sega” a meno che non si voglia collegarlo con il tedesco antico rise “canalone lungo nel quale vengono fatti discendere i tronchi in montagna”.
È il nome anche della vallata lunga 22 km. I Resiani parlano un dialetto che si avvicina alla lingua slovena e al serbo-croato, con alcuni influssi tedeschi e russi.

Tra il VI e VII secolo, delle genti che si erano spinte sino alla Drava e alla Sava cominciarono a penetrare in Italia. Giunsero a seguito degli Avari e dei Longobardi e poi anche da soli, insediandosi stabilmente nelle Prealpi Giulie e nella Val Resia e dedicandosi alla pastorizia.

Data la diversa natura dei luoghi restarono divisi e perdettero contatto con i loro fratelli orientali. Le particolarità linguistiche si spiegano dunque facilmente. Con l’isolamento in cui vissero i Resiani e nel conseguente sviluppo autonomo del dialetto.

Il territorio era diviso in quattro aree, definite di volta in volta pertinenze o cantoni o in altra maniera. Erano: Gniva, Oseacco, San Giorgio e Stolvizza. Resia faceva parte della giurisdizione dell’Abbazia di Moggio e un documento del 1336 ci informa che i quattro vassalli di Resia prestarono giuramento di fedeltà all'Abate Ghiberto dell’Abbazia di Moggio Udinese.

Durante il dominio veneziano, la Val di Resia rivestì una certa importanza militare, in quanto a guardia delle Selle Carnizza e Guarda, che concedevano l’accesso alla valle dell’Isonzo. Sotto la minaccia turca, alla fine del Cinquecento vennero poste delle guarnigioni militari e costruite delle fortificazioni in località Stolvizza e San Giorgio.

Nella pianta del 1672, il cancelliere di Moggio forniva una descrizione dei confini delle quattro pertinenze. Mentre nel 1808 viene indicato come capoluogo il paese di San Giorgio.

Durante la prima guerra Mondiale, in seguito alla rotta di Caporetto, gran parte della popolazione lascia la valle. Il dopoguerra vede il rientro di buona parte dei profughi e un po’ di sviluppo. Nel 1920 viene costruita la strada per Stolvizza, mentre nel biennio 1928 e 1930 si costruiscono le scuole di S. Giorgio, Gniva, Oseacco e Stolvizza.

Nel disastroso terremoto del 1976 il patrimonio artistico di Resia subì danni rilevantissimi.