Comune di Talmassons
Talmassons
Via Tomadini, 15 - 33030 - Talmassons (UD)
Friuli Venezia Giulia
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Approfondimenti
Antonio MaddalenaBiotopo di Flambro
Circolo Astrofili Talmassons
Storia
Il toponimo è di origine non chiara. Potrebbe riflettere un personale Talmasius o anche, ma meno probabilmente, derivare dal latino “mansione”: casa rustica. L’importanza storica di Talmassons è offuscata da Flambro per la pieve matrice di S. Maria Annunziata e per il castello.
In una bolla di papa Alessandro III emanata il 17 aprile 1147, compare per la prima volta il nome della pieve di Flambro, posta sulla “Stradalta”. Essa veniva confermata alla collegiata di S. Felice d’Aquileia. Anche papa Celestino III riconfermò il 9 febbraio 1197 quella bolla. Si presume che il territorio plebanale comprendesse anche Mortegliano e l’enclave di Chiasiellis e che poi questi territori furono staccati per formare altre pievi.
A Flambro c’era un antico castello conosciuto col nome di Castelluto che era dei Savorgnan che lo cedettero al Patriarca di Aquileia nel 1258. Vi ebbe poi ingerenza il conte di Gorizia che nel 1313 infeudò Febo e Raimondo della Torre.
Nel 1344 il castello fu ceduto da Graziano a Valterpertoldo di Spilimbergo, ma i Torriani lo riebbero in feudo nel 1346. Nello stesso anno furono assaliti dagli Udinesi istigati dal Patriarca Bertrando. I castellani opposero una fiera resistenza irritando il Patriarca che giunse con gran numero di truppe conquistò ed abbatté il maniero.
Come se ciò non bastasse il violento terremoto del 1348 completò l’opera. Nel 1350 fu eretta una cortina che fu a sua volta presa dagli Udinesi e rasa al suolo. Il Patriarca aveva concesso Flambro e varie zone in feudo ai conti di Gorizia e Leonardo, ultimo discendente morto nel 1500 senza eredi, aveva ceduto in permuta nel 1497 Cormòns, Castelnuovo, Codroipo Latisana e Belgrado, in cui era compreso Flambro, all’imperatore che era entrato in possesso dei diritti di questo.
La repubblica Veneta protestò per questa permuta in quanto questi beni erano del Patriarcato e, nel 1515 le fu dato ragione. Venezia infeudò i Savorgnan in ricompensa dei molteplici servizi resi alla Serenissima, specialmente per la difesa di Osoppo contro un Frangipane che comandava le truppe tedesche.
In tal modo anche Flambro che per secoli era stata giurisdizione di Gorizia passò ai Savorgnan del Monte. In questo periodo fu rifatta la cortina difensiva distrutta nel 1350 da Federico capitano di Udine e Flambro diventò luogo di convegno di dame e cavalieri. Con la caduta di Venezia nel 1797 tutto il Friuli e perciò anche Flambro e Talmassons passarono all’Austria e, salvo la breve parentesi francese, vi rimasero sino al 1866.
In una bolla di papa Alessandro III emanata il 17 aprile 1147, compare per la prima volta il nome della pieve di Flambro, posta sulla “Stradalta”. Essa veniva confermata alla collegiata di S. Felice d’Aquileia. Anche papa Celestino III riconfermò il 9 febbraio 1197 quella bolla. Si presume che il territorio plebanale comprendesse anche Mortegliano e l’enclave di Chiasiellis e che poi questi territori furono staccati per formare altre pievi.
A Flambro c’era un antico castello conosciuto col nome di Castelluto che era dei Savorgnan che lo cedettero al Patriarca di Aquileia nel 1258. Vi ebbe poi ingerenza il conte di Gorizia che nel 1313 infeudò Febo e Raimondo della Torre.
Nel 1344 il castello fu ceduto da Graziano a Valterpertoldo di Spilimbergo, ma i Torriani lo riebbero in feudo nel 1346. Nello stesso anno furono assaliti dagli Udinesi istigati dal Patriarca Bertrando. I castellani opposero una fiera resistenza irritando il Patriarca che giunse con gran numero di truppe conquistò ed abbatté il maniero.
Come se ciò non bastasse il violento terremoto del 1348 completò l’opera. Nel 1350 fu eretta una cortina che fu a sua volta presa dagli Udinesi e rasa al suolo. Il Patriarca aveva concesso Flambro e varie zone in feudo ai conti di Gorizia e Leonardo, ultimo discendente morto nel 1500 senza eredi, aveva ceduto in permuta nel 1497 Cormòns, Castelnuovo, Codroipo Latisana e Belgrado, in cui era compreso Flambro, all’imperatore che era entrato in possesso dei diritti di questo.
La repubblica Veneta protestò per questa permuta in quanto questi beni erano del Patriarcato e, nel 1515 le fu dato ragione. Venezia infeudò i Savorgnan in ricompensa dei molteplici servizi resi alla Serenissima, specialmente per la difesa di Osoppo contro un Frangipane che comandava le truppe tedesche.
In tal modo anche Flambro che per secoli era stata giurisdizione di Gorizia passò ai Savorgnan del Monte. In questo periodo fu rifatta la cortina difensiva distrutta nel 1350 da Federico capitano di Udine e Flambro diventò luogo di convegno di dame e cavalieri. Con la caduta di Venezia nel 1797 tutto il Friuli e perciò anche Flambro e Talmassons passarono all’Austria e, salvo la breve parentesi francese, vi rimasero sino al 1866.