Comune di Villa Santina
Villa Santina
Piazza Venezia 1 - 33029 - Villa Santina (UD)
Friuli Venezia Giulia
tel: 0433 74141 fax: 0433 750105
e-mail: segretario@com-villa-santina.regione.fvg.it
pec: comune.villasantina@certgov.fvg.it
web: www.comune.villasantina.ud.it
Approfondimenti
Cascata PleraCascata Radime
Fortini del Vallo Littorio
Storia
Villa Santina, sino al 1867, si chiamava Villa d’Invillino. Per la prima parte è un toponimo molto frequente che deriva dal latino villa, col significato del friulano vile “Villaggio, gruppo di case con chiesa a carattere rurale”. Il toponimo Santina trae invece il nome dal Colle Santino che la sovrasta.
Sorse come dipendenza di Invillino il cui castello è nominato già nel 612 e, probabilmente, ere il misterioso castello di Ibligine nominato da Paolo Diacono la cui posizione era veramente inespugnabile e dove ripararono i Longobardi nella terribile invasione degli Avari. Ma i suoi fasti hanno inizio nel 1219 quando Federico di Caporiacco suo feudatario aderì alla lega di Treviso per questo e per altri suoi castelli.
Morto Federico, il maniero passò al figlio Dalmazio che fu spodestato nel 1256. Nel 1258 il maniero passò a Conetto d’Osopo, Gastaldo della Carnia, che l’ebbe dal Patriarca Gregorio da Montelongo con la clausola della sola custodia. Invece il Patriarca Raimondo della Torre il 29 marzo 1281 non poté negare a Gherardo da Camino la grazia chiestagli di dare l’investitura ad Artuico di Castello un consanguineo dei Caporiacco.
Morto il Patriarca i canonici di Aquileia promisero di conservarlo e custodirlo in loro possesso a favore della chiesa aquileiese Nel 1319 il castello fu assegnato dal Patriarca al conte di Gorizia.
Lo ebbero poi in abitanza i fratelli Ermanno, Enrico e Francesco di Carnia o di Luincis il 5 novembre 1332. Ermanno di Carnia si mantenne fedele al Patriarca Bertrando sino all’ultimo combattendo al suo fianco nell’agguato della Richinvelda ed era nelle grazie del di lui successore Nicolò I di Lussemburgo il quale gli confermò l’investitura il 2 novembre 1351.
Il mese seguente, ciò appare molto strano, fu dichiarato colpevole, si presume che complottasse per avvelenare Nicolò I. Fu imprigionato ed il 17 dicembre 1351 decapitato. Lo stesso Patriarca ordinò la distruzione del castello 1354.
Seguirono poi le vicende di tutto il Friuli, con i governi dei Veneziani, poi dei Francesi e infine degli Austriaci, fino alla riunificazione con l’Italia. Ebbe un certo sviluppo in seguito alla realizzazione della tratta ferroviaria Carnia-Villa Santina, che portò attività di scambio.
Oggi, Villa Santina è tra i centri più grandi e vivaci della Carnia.
Sorse come dipendenza di Invillino il cui castello è nominato già nel 612 e, probabilmente, ere il misterioso castello di Ibligine nominato da Paolo Diacono la cui posizione era veramente inespugnabile e dove ripararono i Longobardi nella terribile invasione degli Avari. Ma i suoi fasti hanno inizio nel 1219 quando Federico di Caporiacco suo feudatario aderì alla lega di Treviso per questo e per altri suoi castelli.
Morto Federico, il maniero passò al figlio Dalmazio che fu spodestato nel 1256. Nel 1258 il maniero passò a Conetto d’Osopo, Gastaldo della Carnia, che l’ebbe dal Patriarca Gregorio da Montelongo con la clausola della sola custodia. Invece il Patriarca Raimondo della Torre il 29 marzo 1281 non poté negare a Gherardo da Camino la grazia chiestagli di dare l’investitura ad Artuico di Castello un consanguineo dei Caporiacco.
Morto il Patriarca i canonici di Aquileia promisero di conservarlo e custodirlo in loro possesso a favore della chiesa aquileiese Nel 1319 il castello fu assegnato dal Patriarca al conte di Gorizia.
Lo ebbero poi in abitanza i fratelli Ermanno, Enrico e Francesco di Carnia o di Luincis il 5 novembre 1332. Ermanno di Carnia si mantenne fedele al Patriarca Bertrando sino all’ultimo combattendo al suo fianco nell’agguato della Richinvelda ed era nelle grazie del di lui successore Nicolò I di Lussemburgo il quale gli confermò l’investitura il 2 novembre 1351.
Il mese seguente, ciò appare molto strano, fu dichiarato colpevole, si presume che complottasse per avvelenare Nicolò I. Fu imprigionato ed il 17 dicembre 1351 decapitato. Lo stesso Patriarca ordinò la distruzione del castello 1354.
Seguirono poi le vicende di tutto il Friuli, con i governi dei Veneziani, poi dei Francesi e infine degli Austriaci, fino alla riunificazione con l’Italia. Ebbe un certo sviluppo in seguito alla realizzazione della tratta ferroviaria Carnia-Villa Santina, che portò attività di scambio.
Oggi, Villa Santina è tra i centri più grandi e vivaci della Carnia.