Comune di Fossò
Fossò
Piazza Marconi, 3 - 30030 - Fossò (VE)
Veneto
tel: 041 5172311 fax: 041 5172310
e-mail: fosca.pagiaro@comune.fosso.ve.it
pec: area.amministrativa@pec.comune.fosso.ve.it
web: www.comune.fosso.ve.it
Storia
Il comune di Fossò si stende in una fertilissima area pianeggiante, nella zona della "Riviera del Brenta" tra Padova e Venezia. Il toponimo può essere fatto derivare da "Fossadum", riferito ad un probabile ramo minore del Brenta.
E' ignota la ragione che determinò il formarsi del primo agglomerato di Fossò, poichè il più antico documento esistente consente soltanto d'appurarne l'esistenza all'alba dell'Xl' secolo: si tratta della conferma data nel 1025 dall'imperatore Corrado il Salico riguardo all'acquisizione effettuata da Bono, abate di Sant'llario, di più poderi ("massaricias") dislocati in varie località fra cui Fossò. Un atto di compravendita di terreni, di poco posteriore (1073) rileva inoltre che il paese è già formato, attribuendogli il titolo di "villa" e specifica che è posto nella giurisdizione della "pieve" di Sermacia, cioè Vigonovo.
La qualifica di villa comporta l'implicita affermazione che Fossò avesse già allora una chiesa, benchè sia necessario arrivare al 1130 per trovare la prima citazione certa: risale a quell'anno infatti una conferma data da S. Bellino, vescovo di Padova, ai canonici della città di beni e diritti loro pertinenti, comprendendovi la "cappella" di S. Bartolomeo in Fossò. Più documenti rilevano che nei secoli dal XII' al XV' Fossò fu soggetta a Padova benchè, limitatamente alla seconda metà del XIII' secolo, alcuni diritti giurisdizionali fossero appannaggio del casato dei Delesmanini, signori di Mirano. Valutazioni basate sul numero dei "fuochi" censiti nel 1281 da Padova, fanno desumere che allora la popolazione si aggirasse attorno alle 300 unità; ciononostante sembra che il paese avesse una certa importanza poichè "imposizioni" sancite dagli statuti cittadini gli avevano assegnato quote superiori rispetto a quelle delle località vicine: ad esempio l'alto numero dei carri per il vettovagliamento dell'esercito richiesto neI 1234.
Estraneo alle principali direttrici di marcia del tempo, fu appena sfiorato dalle pressochè continue Chiesa deI '700 e casa Mulinari guerre che allora Padova ebbe a sostenere; solo nel 1380 fu teatro di uno scontro che portò all'affondamento in un ramo minore del Brenta di 9 barche cariche di rifornimenti per le truppe veneziane impegnate contro le padovane milizie dei Carraresi. Passato nel XV' secolo sotto il dominio della Repubblica di Venezia, sino al XIX' secolo visse l'esistenza tranquilla dei piccoli centri agricoli.
L'evento maggiore fu il completamento nel 1761 di una nuova chiesa parrocchiale dedicata a 5. Bartolomeo e destinata a sostituire la precedente, consacrata neI 1355 stando ad una lapide traslata nella sagrestia dalla sua facciata.Va rilevato che le spese per l'illuminazione (Iuminarie) dei 3 altari della chiesa erano sostenute da 3 confraternite (fraglie),sorte a cavallo dei secoli XVI' e XVII', attive sino a non molti anni fa. Va pure ricordato che sulla chiesa vantavano diritti il Capitolo dei canonici e la mensa vescovile padovana che a Fossò aveva molte proprietà. Era ancora esistente,fino agli anni '60, il palazzo Pisani, poi Muneratti, già sede dell' Agenzia vescovile, distrutto da un incendio. NeI 1797 giunge in Italia Napoleone Bonaparte che, con il Trattato di Campoformido, mette fine alla gloriosa Repubblica di Venezia e con I'avvento del napoleonico Regno d'italia nel 1806 furono creati i comuni di Fossò e di Sandon, che vennero assegnati al Dipartimento del Brenta (l'attuale provincia di Padova),per essere poi trasferiti l'anno dopo al Dipartimento dell'Adriatico (provincia di Venezia). Con la disfatta di Napoleone e la conseguente pace di Vienna, neI 1815 il Veneto passò sotto l'Austria e il comune di Sandon fu unito a Fossò, divenendone sua frazione. Incerta è l'origine del nome di Sandon: generalmente viene fatto derivare da una imbarcazione a fondo piatto, un tempo diffusa nella zona, ma la cartografia più antica riporta la località come "San Don", facendo pensare anche ad un'origine diversa. Il dominio austriaco dura fino al 1866, anno in cui anche Fossò aderisce al Regno d'italia. Da allora la sua storia si identifica con quella della nazione. Dal secondo dopoguerra il comune di Fossò ha avuto un buon sviluppo economico, che ha favorito anche l'espansione urbanistica e l'incremento della popolazione del capoluogo, tanto che nel 1957 si è resa necessaria la costruzione di una nuova chiesa parrocchiale. L'attuale sviluppo ha trasformato il comune, un tempo essenzialmente agricolo, in un'area prettamente industriale, artigianale e commerciale che convive con un'agricoltura moderna e razionale.
E' ignota la ragione che determinò il formarsi del primo agglomerato di Fossò, poichè il più antico documento esistente consente soltanto d'appurarne l'esistenza all'alba dell'Xl' secolo: si tratta della conferma data nel 1025 dall'imperatore Corrado il Salico riguardo all'acquisizione effettuata da Bono, abate di Sant'llario, di più poderi ("massaricias") dislocati in varie località fra cui Fossò. Un atto di compravendita di terreni, di poco posteriore (1073) rileva inoltre che il paese è già formato, attribuendogli il titolo di "villa" e specifica che è posto nella giurisdizione della "pieve" di Sermacia, cioè Vigonovo.
La qualifica di villa comporta l'implicita affermazione che Fossò avesse già allora una chiesa, benchè sia necessario arrivare al 1130 per trovare la prima citazione certa: risale a quell'anno infatti una conferma data da S. Bellino, vescovo di Padova, ai canonici della città di beni e diritti loro pertinenti, comprendendovi la "cappella" di S. Bartolomeo in Fossò. Più documenti rilevano che nei secoli dal XII' al XV' Fossò fu soggetta a Padova benchè, limitatamente alla seconda metà del XIII' secolo, alcuni diritti giurisdizionali fossero appannaggio del casato dei Delesmanini, signori di Mirano. Valutazioni basate sul numero dei "fuochi" censiti nel 1281 da Padova, fanno desumere che allora la popolazione si aggirasse attorno alle 300 unità; ciononostante sembra che il paese avesse una certa importanza poichè "imposizioni" sancite dagli statuti cittadini gli avevano assegnato quote superiori rispetto a quelle delle località vicine: ad esempio l'alto numero dei carri per il vettovagliamento dell'esercito richiesto neI 1234.
Estraneo alle principali direttrici di marcia del tempo, fu appena sfiorato dalle pressochè continue Chiesa deI '700 e casa Mulinari guerre che allora Padova ebbe a sostenere; solo nel 1380 fu teatro di uno scontro che portò all'affondamento in un ramo minore del Brenta di 9 barche cariche di rifornimenti per le truppe veneziane impegnate contro le padovane milizie dei Carraresi. Passato nel XV' secolo sotto il dominio della Repubblica di Venezia, sino al XIX' secolo visse l'esistenza tranquilla dei piccoli centri agricoli.
L'evento maggiore fu il completamento nel 1761 di una nuova chiesa parrocchiale dedicata a 5. Bartolomeo e destinata a sostituire la precedente, consacrata neI 1355 stando ad una lapide traslata nella sagrestia dalla sua facciata.Va rilevato che le spese per l'illuminazione (Iuminarie) dei 3 altari della chiesa erano sostenute da 3 confraternite (fraglie),sorte a cavallo dei secoli XVI' e XVII', attive sino a non molti anni fa. Va pure ricordato che sulla chiesa vantavano diritti il Capitolo dei canonici e la mensa vescovile padovana che a Fossò aveva molte proprietà. Era ancora esistente,fino agli anni '60, il palazzo Pisani, poi Muneratti, già sede dell' Agenzia vescovile, distrutto da un incendio. NeI 1797 giunge in Italia Napoleone Bonaparte che, con il Trattato di Campoformido, mette fine alla gloriosa Repubblica di Venezia e con I'avvento del napoleonico Regno d'italia nel 1806 furono creati i comuni di Fossò e di Sandon, che vennero assegnati al Dipartimento del Brenta (l'attuale provincia di Padova),per essere poi trasferiti l'anno dopo al Dipartimento dell'Adriatico (provincia di Venezia). Con la disfatta di Napoleone e la conseguente pace di Vienna, neI 1815 il Veneto passò sotto l'Austria e il comune di Sandon fu unito a Fossò, divenendone sua frazione. Incerta è l'origine del nome di Sandon: generalmente viene fatto derivare da una imbarcazione a fondo piatto, un tempo diffusa nella zona, ma la cartografia più antica riporta la località come "San Don", facendo pensare anche ad un'origine diversa. Il dominio austriaco dura fino al 1866, anno in cui anche Fossò aderisce al Regno d'italia. Da allora la sua storia si identifica con quella della nazione. Dal secondo dopoguerra il comune di Fossò ha avuto un buon sviluppo economico, che ha favorito anche l'espansione urbanistica e l'incremento della popolazione del capoluogo, tanto che nel 1957 si è resa necessaria la costruzione di una nuova chiesa parrocchiale. L'attuale sviluppo ha trasformato il comune, un tempo essenzialmente agricolo, in un'area prettamente industriale, artigianale e commerciale che convive con un'agricoltura moderna e razionale.