Portale Nordest
 mobile

Comune di Salzano

Salzano

via Roma, 166 - 30030 - Salzano (VE)
Veneto

tel: 041 5709720 fax: 041 437311

e-mail: info@comune.salzano.ve.it
pec: comune.salzano.ve@pecveneto.it
web: www.salzano.provincia.venezia.it

Storia

Il territorio salzanese era probabilmente già popolato in epoca Paleoveneta, mentre sono numerosi i reperti romani ritrovati dai contadini durante l'aratura dei campi. Per quanto riguarda i documenti storici le prime attestazioni delle comunità di Salzano e Robegano si hanno solo a partire dal Medioevo.
Salzano è citato in un atto di ordinaria amministrazione del governo dei da Camino, cioè un verbale di concessione in affitto del dazio, del vino e del pane, risalente al 31 dicembre 1283.
Le notizie riguardanti Robegano sono invece più antiche e risalgono al 1154, quando cominciò a svilupparsi qualche insediamento di una certa importanza, favorito dalla posizione, lungo la via Mestrina, che congiungeva Noale a Mestre presso le rive del fiume Marzenego.
La presenza di Guarnerio da Robegano fra i testimoni di un atto del 1163 evidenzia che in tale data si era già costituito un villaggio di tal nome.
Nel XIII secolo è documentata a Robegano l'esistenza di una fortificazione, creata dai Tempesta di Noale per difendere il proprio territorio; nel medesimo periodo fu anche attivo il Pio Ospedale di Sant'Elena situato lungo la strada che porta a Martellago.
La situazione amministrativa del territorio fu sempre abbastanza complessa trattandosi di luoghi posti al confine tra Padova e Treviso e quindi teatro di ripetuti scontri e cambi di domino, specialmente nel corso del XIV secolo, tra i Tempesta, gli Scaligeri, i Carraresi, il Re d'Ungheria e la Serenissima Repubblica di Venezia.
A partire dal 1388 il territorio di Robegano rimase saldamente in mano a Venezia aprendo così un periodo di durevole tranquillità, mentre Salzano venne sottoposto all'amministrazione di un podestà residente a Noale.
Dal punto di vista ecclesiastico ci fu una crescita autonoma delle parrocchie, (la parrocchia di San Bartolomeo a Salzano e la parrocchia dei SS. Giacomo e Cristoforo di Robegano) le quali dipendevano rispettivamente dalle pievi di Zianigo e Martellago.
La pieve di Salzano si svincolò dalla pieve matrice di Santa Maria di Zianigo nel 1427 con l'approvazione di Papa Martino V e il 16 febbraio 1434 un certo "Iohannes Botacinus" del luogo, offrì un prato per la costruzione della Chiesa di San Bartolomeo.
Nel cinquecento aumentarono notevolmente le devozioni (come novene e pellegrinaggi) e le offerte per l'erezione di nuove cappelle, altari, edicole e capitelli favorite soprattutto dai mercanti di passaggio nella zona. La devozione crebbe e s'intensificò ulteriormente sull'onda di asserite apparizioni della Madonna a Robegano nel 1534 e a Salzano nel 1578.
A causa di questi eventi e del conseguente aumento dei pellegrinaggi venne iniziata a Salzano, nella prima metà del XVI secolo, la costruzione di una nuova chiesa, terminata poi nel 1643 e nello stesso anno consacrata. Robegano vide sorgere la propria chiesa quasi contemporaneamente tra il 1534 e il 1603.
Tra il seicento e il settecento nobili famiglie veneziane fecero erigere in questi luoghi le proprie dimore estive: Villa Donà e Ca' Contarini (seicentesche), e Villa Combi, Ca' Bozza, Ca' Savorgnan e Ca' Capello (settecentesche) ne sono i più illustri esempi.
Nel 1808 Salzano e Robegano vennero accorpati in un unico comune, inserito nel Distretto di Noale ed aggregato alla provincia di Padova sino al 1853, anno in cui fu inserito nella provincia di Venezia ed incluso nel distretto di Mirano.
Per quanto riguarda l'aspetto economico è importante segnalare che nel 1872 iniziò l'attività una Filanda. Fondata dal Senatore del Regno Leone Romanin-Jacur, con l'aiuto e l'appoggio dell'allora parroco Giuseppe Sarto (futuro Papa Pio X e Santo) e fino al secondo dopoguerra, fu un centro di notevole importanza per l'economia di tutta la zona in quanto forniva occupazione alla maggior parte delle donne del luogo.
Nel novecento questo comune ha legato il proprio destino al polo industriale di Mestre-Marghera avvantaggiato anche dalla posizione geografica relativamente vicina e dai collegamenti stradali e ferroviari che hanno determinato un forte pendolarismo, e frenato per un certo periodo un'autonoma crescita industriale.
Nel dopoguerra si sono inoltre verificate una serie di ondate di migrazioni da Mestre e Venezia che hanno accentuato la vocazione residenziale del territorio.