Comune di San Donà di Piave
San Donà di Piave
Piazza Indipendenza 13 - 30027 - San Donà di Piave (VE)
Veneto
tel: 0421 5901 fax: 0421 50961
e-mail: raffaella.beltrame@sandonadipiave.net
pec: protocollo.comune.sandonadipiave.ve@pecveneto.it
web: www.sandonadipiave.net
Storia
San Donà di Piave, vivace cittadina, deve il suo nome al vescovo e martire San Donato dell' Epiro. Il corpo del Santo, traslato nel 1128 dopo una crociata in Terra Santa, era stato donato dal Doge di Venezia al Vescovo di Torcello.
Sulla riva del fiume Piave venne dunque costruita un cappella, di fatto il primo edificio religioso, dedicata al santo, dal quale appunto la città prese il nome.
Non è stato stabilito quali furono i primi insediamenti della zona; alcuni sostengono siano stati gli Etruschi, altri gli Euganei, altri ancora i popoli prealpini. Il primo stanziamento certo è dovuto agli Opitergini tra il IV e il III secolo a.C..
Fonti del 186 a.C., di epoca romana, ci descrivono bene il territorio di allora con accenni ad una fascia boschiva che costeggiava la laguna, posta tra la pianura ed il mare Adriatico.
A tale epoca risale la costruzione della Via Annia, fondamentale via di comunicazione che attraversava l'antico borgo, corrispondente al centro cittadino di oggi; tale borgo di fatto era divenuto, proprio per la sua collocazione geografica, uno dei più importanti villaggi lungo tale importante arteria stradale per la sosta dei viaggiatori e per gli scambi commerciali.
Le invasioni barbariche, che interessarono il Veneto fin dall'inizio del V secolo, non toccarono l'area della laguna e conseguentemente anche San Donà venne risparmiata, divenendo però rifugio per quegli abitanti delle città e dei villaggi limitrofi che riuscivano a sfuggire al nuovo dominio.
Nei secoli successivi tutta l'area subì un lento e progressivo degrado, dovuto per lo più alle particolari condizioni ambientali. Infatti le numerose piene del fiume Piave, irruente al punto di modificarne il percorso, con il continuo trasporto a valle di detriti, finirono per ostruire la laguna e furono tra le maggiori cause di impaludamento. I passaggi successivi furono il conseguente disboscamento e il diffondersi della malaria. La città ormai ridotta a misero borgo riuscì tuttavia a mantenere la propria sede vescovile. La ripresa sarebbe venuta dopo l'anno 1000, con i lavori di costruzione degli argini del Piave.
Fino al 1389 tuttavia l'area fu interessata da numerose guerre, prima tra Venezia e Treviso (XIII secolo) poi tra Treviso e i Duchi d'Austria. Dopo tale data iniziò un lungo periodo di stabilità durato circa due secoli e che vide la nascita di San Donà sotto il governo della Repubblica Serenissima.
Lo sfaldamento repentino della Serenissima, alla fine del '700, fu seguito da un periodo di anarchia, e San Donà potè ritrovare un nuovo assetto amministrativo e giudiziario solo con l'avvento del Regno napoleonico sul Veneto.
Nel 1806 la città divenne Comune, l'anno successivo fu creata una sede notarile e nel 1808 sorse una Vice Prefettura che aveva giurisdizione sui Comuni situati sulla riva destra del fiume Piave e che dipendenvano dal Dipartimento dell'Adriatico, corrispondente all'attuale Provincia di Venezia.
Ceduta successivamente al trattato di Campoformido tutta la regione veneta all'Austria, San Donà vide l'istituzione di un nuovo governo e l'abrogazione dei privilegi di cui godeva. Gli Austriaci tuttavia completarono opere sostanziali, migliorando la viabilità verso Venezia e Trieste e rafforzando gli argini del Piave.
Con la pace di Presburgo, che concludeva un nuovo conflitto tra Francia ed Austria, la Regione veneta e quindi anche San Donà furono cedute al neonato Regno d'Italia, avente a capo Napoleone.
Dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo, l'Austria riebbe il Veneto oltre che la Lombardia (Regno Lombardo-Veneto).
Infine con la pace di Vienna, il Veneto ritornò a far parte dell'Italia e San Donà potè votare per il suo primo Consiglio Comunale nel 1866.
Dal 1871 fino all'inizio della prima Guerra Mondiale, si diede il via ad importanti lavori di bonifica.
La Grande Guerra non solo interruppe quei lavori ma provocò ingentissimi danni dopo la rotta di Caporetto, quando le truppe nemiche si accamparono sulla riva del Piave battendosi contro l'artiglieria italiana. Per i tali gravissimi danni e per la perdita di innumerevoli vite umane, alla città fu donata la Croce di Bronzo al Valor Militare.
Il ventennio successivo fu dedicato alla grande ricostruzione, al rafforzamento degli argini del Piave, al ripristino della viabilità stradale e ferroviaria oltre che agli imponenti lavori di bonifica; venne ricostruito anche il Duomo e il Campanile, simbolo della città.
La seconda Guerra Mondiale, con i pesanti bombardamenti del 1944, portò ancora il suo pesante carico di distruzione. Tuttavia la città rispose con grande coraggio meritandosi la seconda decorazione ovvero la Medaglia d'Argento al Valor Militare.
Oggi San Donà è una realtà moderna e vivace, polo culturale e commerciale dell'area denominata Basso Piave, e al contempo custode attenta delle proprie tradizioni e del proprio patrimonio, anche ambientale, così come ci testimonia il locale Museo della Bonifica.
Sulla riva del fiume Piave venne dunque costruita un cappella, di fatto il primo edificio religioso, dedicata al santo, dal quale appunto la città prese il nome.
Non è stato stabilito quali furono i primi insediamenti della zona; alcuni sostengono siano stati gli Etruschi, altri gli Euganei, altri ancora i popoli prealpini. Il primo stanziamento certo è dovuto agli Opitergini tra il IV e il III secolo a.C..
Fonti del 186 a.C., di epoca romana, ci descrivono bene il territorio di allora con accenni ad una fascia boschiva che costeggiava la laguna, posta tra la pianura ed il mare Adriatico.
A tale epoca risale la costruzione della Via Annia, fondamentale via di comunicazione che attraversava l'antico borgo, corrispondente al centro cittadino di oggi; tale borgo di fatto era divenuto, proprio per la sua collocazione geografica, uno dei più importanti villaggi lungo tale importante arteria stradale per la sosta dei viaggiatori e per gli scambi commerciali.
Le invasioni barbariche, che interessarono il Veneto fin dall'inizio del V secolo, non toccarono l'area della laguna e conseguentemente anche San Donà venne risparmiata, divenendo però rifugio per quegli abitanti delle città e dei villaggi limitrofi che riuscivano a sfuggire al nuovo dominio.
Nei secoli successivi tutta l'area subì un lento e progressivo degrado, dovuto per lo più alle particolari condizioni ambientali. Infatti le numerose piene del fiume Piave, irruente al punto di modificarne il percorso, con il continuo trasporto a valle di detriti, finirono per ostruire la laguna e furono tra le maggiori cause di impaludamento. I passaggi successivi furono il conseguente disboscamento e il diffondersi della malaria. La città ormai ridotta a misero borgo riuscì tuttavia a mantenere la propria sede vescovile. La ripresa sarebbe venuta dopo l'anno 1000, con i lavori di costruzione degli argini del Piave.
Fino al 1389 tuttavia l'area fu interessata da numerose guerre, prima tra Venezia e Treviso (XIII secolo) poi tra Treviso e i Duchi d'Austria. Dopo tale data iniziò un lungo periodo di stabilità durato circa due secoli e che vide la nascita di San Donà sotto il governo della Repubblica Serenissima.
Lo sfaldamento repentino della Serenissima, alla fine del '700, fu seguito da un periodo di anarchia, e San Donà potè ritrovare un nuovo assetto amministrativo e giudiziario solo con l'avvento del Regno napoleonico sul Veneto.
Nel 1806 la città divenne Comune, l'anno successivo fu creata una sede notarile e nel 1808 sorse una Vice Prefettura che aveva giurisdizione sui Comuni situati sulla riva destra del fiume Piave e che dipendenvano dal Dipartimento dell'Adriatico, corrispondente all'attuale Provincia di Venezia.
Ceduta successivamente al trattato di Campoformido tutta la regione veneta all'Austria, San Donà vide l'istituzione di un nuovo governo e l'abrogazione dei privilegi di cui godeva. Gli Austriaci tuttavia completarono opere sostanziali, migliorando la viabilità verso Venezia e Trieste e rafforzando gli argini del Piave.
Con la pace di Presburgo, che concludeva un nuovo conflitto tra Francia ed Austria, la Regione veneta e quindi anche San Donà furono cedute al neonato Regno d'Italia, avente a capo Napoleone.
Dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo, l'Austria riebbe il Veneto oltre che la Lombardia (Regno Lombardo-Veneto).
Infine con la pace di Vienna, il Veneto ritornò a far parte dell'Italia e San Donà potè votare per il suo primo Consiglio Comunale nel 1866.
Dal 1871 fino all'inizio della prima Guerra Mondiale, si diede il via ad importanti lavori di bonifica.
La Grande Guerra non solo interruppe quei lavori ma provocò ingentissimi danni dopo la rotta di Caporetto, quando le truppe nemiche si accamparono sulla riva del Piave battendosi contro l'artiglieria italiana. Per i tali gravissimi danni e per la perdita di innumerevoli vite umane, alla città fu donata la Croce di Bronzo al Valor Militare.
Il ventennio successivo fu dedicato alla grande ricostruzione, al rafforzamento degli argini del Piave, al ripristino della viabilità stradale e ferroviaria oltre che agli imponenti lavori di bonifica; venne ricostruito anche il Duomo e il Campanile, simbolo della città.
La seconda Guerra Mondiale, con i pesanti bombardamenti del 1944, portò ancora il suo pesante carico di distruzione. Tuttavia la città rispose con grande coraggio meritandosi la seconda decorazione ovvero la Medaglia d'Argento al Valor Militare.
Oggi San Donà è una realtà moderna e vivace, polo culturale e commerciale dell'area denominata Basso Piave, e al contempo custode attenta delle proprie tradizioni e del proprio patrimonio, anche ambientale, così come ci testimonia il locale Museo della Bonifica.