Fiabe, leggende e miti
Sbilfs
Gli Sbilfs sono protagonisti di molte leggende della Carnia. Si narra siano folletti dei boschi. Completamente mimetizzati vivono nel sottobosco ma in taluni casi anche vicino all’uomo, in stalle e fienili. Il loro rifugio prediletto rimane però la cavità di un albero. Sono intelligenti, inafferrabili e spesso anche burloni, ma nello stesso tempo pronti ad aiutare chi nei boschi si trova in difficoltà. Proprio a causa della loro abilità nel mimetizzarsi con la natura circostante sono molto difficili da incontrare, cosa che comunque sembra essere più facile ai bambini e ai buoni di cuore.
Gli Sbilfs sono caratterialmente assai differenti l’uno con l’altro, tanto che in alcune zone della Carnia vengono chiamati ognuno con un nome differente proprio a seconda dell’umore di ciascuno. Gli Sbilf non sono solo protagonisti di racconti fantastici ma sono anche la rappresentazione del rispetto che avevano i nostri antenati nei confronti della natura. Un profondo rispetto che suggeriva di non tagliare mai un albero senza motivo. Un modo, un pò antico, per fare “ecologia”.
Nella zona Paularo gli Sbilfs sono chiamati anche Guriùz, questi sono particolarmente burloni e golosi tanto che la loro principale attività è quella di sottrarre dalle cucine, dolci e squisitezze. Una leggenda parla però della loro estinzione. I Guriuz avrebbero costruito un castello per metà interrato nel quale nascondevano un enorme tesoro. Assaltati da un esercito straniero furono tutti uccisi. Il nascondiglio non fu mai rilevato ed il tesoro mai trovato…