Lavori e mestieri di altri Tempi
Il pavimento alla veneziana
Il pavimento alla veneziana è il prodotto di un’arte antica e poverissima che ancora oggi, in epoca di standard edilizi e materiali prefabbricati, è molto richiesto ed apprezzato. Le origini della tecnica sono molto antiche: alcune testimonianze risalgono all’antica Grecia e all’epoca Romana, periodo in cui il “terrazzo” o il “battuto” si diffuse in tutta Italia.
Il terrazzo viene detto ‘alla veneziana’ proprio perché è nel territorio lagunare che vennero raggiunti i livelli più elevati di espressione della tecnica particolarmente adatta a rivestire i pavimenti dei palazzi di Venezia molto instabili e soggetti a crepe e dislivelli perché costruiti su fondali paludosi. Il terrazzo veniva fabbricato utilizzando frammenti di ciottoli, marmi e pietre provenienti dai fiumi e dalla cave di estrazione di proprietà della Serenissima. Le pavimentazioni risultavano particolarmente ricche di sfumature e riflessi e per questo molto apprezzate.
Le origini della lavorazione, si è già detto, risalgono all’epoca romana durante la quale si produceva il progenitore del terrazzo, il ‘pavimentum testaceum’ una mescolanza di coccio pesto e calce in cui venivano mescolati delle scaglie di pietra di diverso colore. In epoca bizantina il pavimento battuto si diffuse notevolmente fino ad una forte battuta d’arresto coincidente con le invasione barbariche.
Fu grazie agli artigiani del Friuli se l’arte venne recuperata in epoche successive e tramandata agli artigiani veneziani che nel corso del XVII sec. formarono la scuola di arti e mestieri dei terrazzieri e la portarono al massimo splendore. Ancora oggi manufatti di particolare pregio sono visibili in numerosi palazzi veneziani: su tutti segnaliamo Palazzo Ducale, Ca’ Rezzonico, Palazzo Querini Stampalia.
In laguna da segnalare i reperti antichi ritrovati nell’isola del Lazzaretto Nuovo laddove un tempo sorgeva il palazzo del Priorado, abitazione del Magistrato alla Sanità incaricato alle operazioni di controllo sanitario dell’isola, presso cui le navi ed i carichi provenienti dall’estero venivano messi in quarantena per scongiurare epidemie.