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Lingue e Dialetti del Nordest

Il Popolo Friulano

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Nella realtà socio-culturale del secolo XI non riusciamo più a distinguere gli apporti dei Franchi, dei Longobardi, dei Goti, dei Bizantini, dei Latini e dei Celti. Il cocktail ha ormai un gusto suo proprio e diverso dai liquori che sono entrati nello shaker patriarcale.
Le parti media e bassa della piramide sociale ci appaiono culturalmente omogenee ed etnicamente differenziate tanto dalla classe dominante, la nobiltà di origine tedesca, quanto dalle popolazioni delle regioni vicine. L'omogeneità culturale friulana ha radici talmente profonde che non viene scalfita o interrotta né dalla presenza slava nelle parti più alte delle Valli del Natisone e dell'Isonzo, né dall'intreccio dei vincoli e dei diritti feudali all'interno dello stato. Pordenone, Ragogna e Duino erano infatti dominate da signori tedeschi; Codroipo, Latisana, Belgrado e Precenicco, erano soggette al conte di Gorizia. Sarà bene precisare a questo punto che Gorizia apparteneva al feudo patriarcale ma il conte di Gorizia, da quando riuscì ad assicurarsi ereditariamente il titolo di avvocato della Chiesa aquileiese, fu in perenne lotta con il patriarca e tale dissidio fu causa di tensioni, rivalità, lutti, e contribuì al deterioramento delle istituzioni. Naturalmente, date le circostanze, gli abitanti delle "isole" finirono per sentirsi friulani di tipo speciale. Ecco perché tali "isole" ci appaiono oggi come aree di sfocata o mutila friulanità! Ecco perché le suddivisioni amministrative non sono "indifferenti" dal punto di vista culturale, e possono potenziare o indebolire una cultura e una civiltà!
Tornando alla friulanità del secolo undicesimo, diremo che si manifesta in varie forme originali nella vita pubblica ed in quella privata di un popolo ormai formato. Ma la prova più certa e suggestiva dell'esistenza di una civiltà che può, essere definita soltanto "friulana" è data dall'esistenza di una lingua popolare che si presenta ormai con caratteristiche di spiccata individualità: una lingua con una origine ed uno sviluppo autonomo dalle altre lingue della romània.
Le prime documentazioni scritte della lingua friulana risalgono al secolo dodicesimo (il rotolo censuale di Aquileia é del 1150), ma si sa che la lingua parlata precede la lingua scritta. Possiamo anzi affermare che in una certa lingua si redigono documenti scritti solo quando si è certi che il suo uso è corrente e generalizzato. E infatti il friulano era allora largamente usato dal popolo. I dotti e i nobili si servivano, invece, del latino e del tedesco, più raramente del provenzale e del veneto.
Sarà infine opportuno chiedersi se lo stato patriarcale fosse in linguaggio moderno - uno stato uninazionale oppure plurinazionale come la Svizzera; se, in altre parole, il popolo friulano fosse il solo popolo organizzato sul territorio dello Stato o se avesse contribuito con altri popoli, culturalmente differenziati, alla organizzazione di un unico Stato.
Ebbene, la metropoli di Aquileia aveva posto le premesse e le basi culturali per la formazione di uno stato plurinazionale. Gli stessi diplomi imperiali del 1077, assoggettando al potere dello stesso principe i popoli del Friuli, della Carniola e dell'Istria, avevano riconosciuto di diritto uno stato che possiamo definire plurinazionale. Ma per quell'incertezza della consistenza territoriale degli stati creata dal feudalesimo, un regime che favoriva la trasformazione delle deleghe di potere dal principe ai vassalli in veri e propri trasferimenti, solo il Friuli, cioè la regione compresa fra Livenza e Timavo, fu completamente soggetto al potere del patriarca come principe temporale.
La Carniola, infatti, dopo alterne vicende divenne feudo dei duchi di Carinzia nel 1261; l'Istria fu totalmente soggetta al patriarca solo nel XIII secolo, e fu di nuovo perduta per la pressione di Venezia, del conte di Gorizia e del duca d'Austria: il Cadore, incorporato all'inizio del secolo XII, dato in feudo ai signori da Camino nel 1138 e da questi amministrato come una contea indipendente per due secoli, sarà reincorporato solo alla metà del XIV secolo; tutta la Val Canale, infine, era soggetta fin dal 1006, al potere politico del vescovo di Bamberga.
In simili condizioni il Friuli fu la parte certa del potere dei principi di Aquileia e il popolo friulano fu praticamente solo - se si eccettua la minoranza slava nel dare allo stato patriarcale un contenuto culturale diversificato. Fu anche solo nel fornire allo stato un esercito di ragguardevoli dimensioni che fu più volte e positivamente impegnato per garantire l'integrità del territorio friulano e per affermare anche di fatto il potere del patriarca sulle parti fluttuanti dello stato.
Sono tutti fatti che devono essere attentamente vagliati da chi voglia spiegare la compattezza regionalistica del Friuli d'oggi.

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