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Castelli, fortezze e manieri

Castel Firmiano

Il castello sorge su un’altura di roccia porfirica che si erge dalla confluenza dei fiumi Adige e Isarco a sud-ovest della conca di Bolzano. La strategica posizione della rocca spiega il suo lungo passato. Il sito espletò funzioni di difesa già nell’età del Bronzo, fu antica fortezza di frontiera longobarda e la prima testimonianza scritta del suo nome “Formicaria” risale al 945. Dal 1027 fu sede dell’amministrazione dei principi-vescovi di Trento. La fortezza, tra le più antiche dell’Alto Adige, rappresenta con le sue mura larghe fino a cinque metri uno dei primi esempi di architettura difensiva. Nel 1473 il principe del Tirolo Sigismondo il Danaroso acquistò dal principe-vescovo Georg tutta la rocca, ne ampliò la costruzione e modificò il nome Formicaria in Sigmundskron (corona di Sigismondo). Dal XVI sec. in poi non ci si servì più militarmente della fortezza ed iniziò la sua decadenza. Alla fine del XVIII sec. la proprietà passò ai Conti von Wolkenstein, dal 1807 al 1870 ai Conti di Sarentino e fino al 1994 ai Conti Toggenburg. Il castello è un importante simbolo politico per i sudtirolesi: nel 1957 si tenne sotto la guida di Silvius Magnago la più grande manifestazione pubblica di protesta nella storia dell’Alto Adige. Oltre 30.000 sudtirolesi si radunarono nel maniero per dichiarare la propria contrarietà per il mancato rispetto del Trattato di Parigi e per reclamare, al grido di “Los von Trient”, il diritto all’autonomia. Recentemente le rovine sono state acquistate dalla Provincia Autonoma di Bolzano. Una torre del castello, la Torre Bianca, racconta le vicende storiche di Castel Firmiano.

Castel Coira

Il vescovo di Coira, Enrico IV. di Montfort, dopo aver vinto una faida contro i balivi di Matsch, ricevette il diritto, secondo una sentenza promulgata il 27 febbraio 1253, di "costruire senza intralcio alcuno un castello o una fortezza in un luogo a piacimento tra Cleven e Laces". Troviamo per la prima volta il nome del castello in un documento che il vescovo Enrico rilasciò il 21 febbraio 1259 nel "Curberch". Il nome e la località del castello, posto all'entrata della valle di Mazia, dove i balivi avevano la propria sede di famiglia, ci danno la certezza che il Castel Coira è proprio quel castello che il vescovo poco prima aveva ricevuto il diritto di costruire "senza intralcio alcuno". Le costruzioni dell’epoca romanica Il nucleo più antico del castello è formato dal maschio posto a monte, a sud dal palazzo a pianta rettangolare e dal muro di cinta che circonda un ampio cortile interno. Dell'antico torrione antistante al castello, noto come Pfaffeneck e accanto al quale passa la vecchia strada di accesso, sono rimaste in piedi soltanto le fondamenta, essendo la torre stessa stata distrutta nel 1358. Le costruzioni dell’epoca gotica Fino all'inizio del sedicesimo secolo il castello mantenne il suo aspetto altomedioevale. Con il passaggio di proprietà nei primi anni del sedicesimo secolo iniziarono ampi lavori di ristrutturazione e di nuova edificazione, come ad esempio il cortile esterno, le terrazze del giardino e i bastioni. Tra il palazzo e il maschio vengono inseriti ulteriori edifici abitativi, raggruppati attorno ad un vasto cortile interno, il cui piano superiore è attorniato da un loggiato. Il palazzo viene rialzato con un muro spartifuoco e munito di una merlatura; sul lato meridionale venne aggiunto uno sporto e al pianterreno un ambiente in stile tardogotico. Il Castel Coira diventa un castello rinascimentale Nella seconda metà del sedicesimo secolo l'antico castello viene trasformato in una ricca residenza rinascimentale. Nel diciottesimo secolo si procede al rifacimento e l'ampliamento del terzo piano del palazzo come alloggio per gli ospiti, con tappezzerie a motivi biblici e stufe di ceramica smaltata. La scalinata che porta alla cosiddetta Sala Matsch sostituisce una scala precedente che collegava il loggiato con il terzo piano dell'ala settentrionale.

Castel Roncolo - Schloss Runkelstein

La parte più antica del castello, in gran parte conservatasi, fu fatta costruire dai signori di Vanga. Poiché i fratelli Beraldo e Federico di Vanga, e di conseguenza anche Castel Roncolo, appartenevano al seguito del Principe Vescovo di Trento - che grazie alla posizione strategicamente favorevole del castello cercava di controllare la strada dalla città di Bolzano verso Nord - Roncolo fu assediato ed espugnato dal Conte Mainardo II. di Tirolo, grande avversario del Principe Vescovo trentino. Nel 1385 il castello fu comprato dai fratelli Franz e Niklaus Vintler: cominciò il periodo oro di Castel Roncolo. Questi erano ricchi mercanti bolzanini, consiglieri importanti degli Asburgo tirolesi, poterono concretizzare le proprie aspirazioni e, grazie alle loro ricchezze, intraprendere uno stile di vita prettamente nobiliare. Commissionarono gli affreschi profani, il cui splendore ha attribuito a Castel Roncolo il sopranome di "Il maniero illustrato", nonché la costruzione della Casa d'Estate- anche essa decorata, all'interno e all'esterno, con degli affreschi. Purtroppo le condizioni politiche non rimasero favorevoli alla famiglia Vintler che rimaneva in possesso di Castel Roncolo ifno alla 2a metà del '400. Dopo passò al Duca Sigismondo "Il Danaroso" e all'Imperatore Massimiliano. L'imperatore Massimiliano, che si attribuiva il nome de "L'ultimo cavaliere", fece rinnovare gli affreschi. La Casa d'Estate fu usata come residenza; in effetti vi troviamo sul camino i segni eraldici di Massimiliano e della sua prima moglia, Maria di Borgonda. Dopo varie disgrazie (esplosioni, incendi e crolli) Castel Roncolo degenerò in rovina, che fu scoperta solo 100 anni più tardi dai Romantici, tra loro anche il futuro re della Bavaria, Ludovico I. Purtroppo, nel 1868 una parte delle mura che vanno verso Nord crollò causa i lavori sulla strada verso la val Sarentino recando un grave danno agli affreschi nella Casa d'Estate. Gli affreschi rimanenti furono asportati e riapplicati sulla parete a nord che fu completamente ricostruita. Nel 1893 l'imperatore Francesco Giuseppe, in possesso del castello dal 1883, lo cedette alla città di Bolzano che ne è tutt'ora in possesso. Dopo dei lavori di restauro intensi (1995-2000) il maniero illustrato è stato riaperto e ci affascina con la ricchezza del suo ciclo di affreschi.  

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