Pala d'oro, Venezia
La Pala d’Oro è stata per novecento anni un tesoro ammirato, ma di fatto sconosciuto. Fino al 1958; in quell’anno il Patriarca di Venezia Giuseppe Roncalli fu eletto Papa col nome di Giovanni XXIII.
Fu allora che il primo procuratore di San Marco, Vittorio Cini, pensò di offrire a Papa Giovanni il grande tesoro sotto forma di un libro che per la prima volta lo mostrasse in tutti i suoi particolari.
L’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini di Venezia, con la collaborazione di eminenti studiosi guidati dal prof. Hans R. Hahnloser, curò la redazione dell’imponente volume, che richiese ben sette anni per essere terminato.
Si giunge alla pubblicazione, infatti, solo nel 1965, troppo tardi perché Papa Giovanni, il quale aveva auspicato ed incoraggiato il lavoro, potesse vederlo.
Nel Novecentesimo anno della Basilica e della Pala, la Canal & Stamperia Editrice di Venezia pubblica la nuova edizione aggiornata, che permette una vera e propria riscoperta di questo che è il più affascinante capolavoro dell’oreficeria bizantina e gotica.
Attorno al nucleo degli scritti originali dei professori Bischoff, Fiocco, Hahnloser, Pertusi, Volbach, si è raccolta una nuova serie di saggi dei professori Polacco (Università di Venezia), Taburet Delahaye (Museo del Louvre), Goffen (Rutgers University, New Jersey), Niero (Basilica di San Marco).
Il volume è corredato di un apparato iconografico completamente nuovo che rende facile non solo una lettura artistica altrimenti impossibile della Pala, ma anche la decodificazione visiva dei concetti filosofici e teologici degli autori. Smontata, analizzata e passata pezzo a pezzo al vaglio degli studiosi, la Pala è stata fotografata in ogni dettaglio.
La maggior parte degli smalti bizantini è riprodotta a colori a grandezza naturale. Il lettore potrà in tal modo godersi lo straordinario tesoro da vicino, in misura ben maggiore di quanto sia permesso fare con una visita diretta. Le oreficerie, le montature gotiche a pinnacoli, a grappoli, a foglie delle pietre preziose, risplendono mettendo in luce l’immenso, unico gioiello medioevale senza tempo.
Nuove tavole a colori riproducono, per la prima volta, in modo completo, la Pala Feriale di Paolo Veneziano, gli ottocenteschi acquerelli inediti rappresentanti il Ciborio e le Pale delle altre Chiese della laguna.
Il lettore che per la prima volta, spinto dal desiderio di conoscere o da curiosità, apre questo libro e sfoglia le sue pagine, soffermando lo sguardo sulle preziose tavole a colori, inizia un percorso che lo porterà alla scoperta di un meraviglioso tesoro finora poco conosciuto: la Pala d’Oro della Basilica di San Marco a Venezia.
Ogni anno, più di cinquecentomila visitatori provenienti da tutte le parti del mondo, sostano davanti a questo “sprazzo di Paradiso”, come lo definì papa Giovanni XXIII. Oggi, per la prima volta, ognuno di loro può finalmente leggerlo, capirlo, conservarlo a casa con quest’opera.
La grande Pala d’Oro, che dal 1105 è posta sull’Altare Maggiore della Basilica di San Marco, è il tesoro più prezioso della Chiesa e della città di Venezia. Nella sua forma attuale fu ordinata da Andrea Dandolo, il doge amico del Petrarca, che negli anni fra il 1343 ed il 1345 fece della Pala un capolavoro unico dell’arte bizantina e gotica, affinché rimanesse nei secoli il venerato emblema della civiltà e della fede cristiana della Serenissima Repubblica di Venezia.
Egli stesso dettò le due Iscrizioni che raccontano la storia della Pala, scandita da tre date: 1105, anno nel quale venne ordinata dal doge Ordelaffo Falier una prima Pala di smalti, per onorare la Basilica da poco ultimata; il 1209, quando, durante il dogado di Pietro Ziani, vennero aggiunti fra gli altri gli splendidi smalti raffiguranti sei feste della Chiesa; il 1345, anno della sua definitiva, monumentale risistemazione.
La Pala è costituita da un telaio in argento dorato (m 3,34 x 2,51) ricoperto da spigolo a spigolo da 255 smalti cloisonné bizantini, tra i più grandi e belli del mondo e provenienti, insieme a numerose icone, da Costantinopoli, e da quasi 2000 smeraldi, rubini, ametiste, perle ed altre pietre preziose. L’insieme degli smalti rappresenta narrativamente gli episodi centrali della Storia di Cristo e di San Marco, e illustra, intorno allo ieratico Cristo Pantocrator, l’alta corte della gerarchia celeste col coro di profeti, apostoli ed angeli.
L’immensa pala smaltata e gemmata, destinata a polarizzare l’attenzione dei fedeli durante le maggiori festività annuali, mette in scena, come in un mistero medioevale, una pagina dell’Apocalisse, là dove si narra della Gerusalemme Celeste fatta “di diaspro, rubino, smeraldo…”.
Questo volume illustra la secolare operazione di sintesi tra Bizantino e Gotico ottenuta con l’arte orafa di cui è protagonista la Pala, il più grande gioiello esistente al mondo, offrendo le risposte alle domande poste dal capolavoro finora insolute.