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Pittori, scultori, scrittori e altri personaggi illustri

Bardelli Antoniomaria

Trascorsi gli anni di gestione famigliare, nel 1992 costituisce la Finanziaria Bardelli Spa (oggi B. Holding Spa), alla quale attualmente fanno capo tutte le aziende del gruppo impegnate in diversi settori quali promozione e gestione del centro commerciale, commercio all'ingrosso di prodotti di ferramenta, di siderurgica, commercio al dettaglio di prodotti bricolage, articoli sportivi, prodotti per ufficio, ristorazione, cinema e giardinaggio. E' di quegli anni l'incontro con Marco Di Giusto e la decisione, dopo che Antonio Maria ha modo di studiare a lungo modelli nord americani, di dar vita alla prima industria italiana nel campo della ristorazione. Nasce cosi, nel 1995, Cigierre, Compagnia Generale Ristorazione Spa, che inizia a creare, sperimentare e avviare i propri marchi nel centro commerciale "Città  Fiera". Negli anni successivi si sviluppano molte altre iniziative, legate anche al settore del divertimento. Tra queste l'apertura del primo cinema multiplex in regione, l'attuale Cine Città  Fiera, che consta di 11 sale. Sono dell'anno 2001 i lavori di ampliamento del centro con una prima serie di gallerie e la costruzione della Piramide, complesso quest'ultimo di moderna fattura, costituito da una struttura metallica provvista di rivestimento trasparente che raggiunge l'altezza di sei piani e viene servita da ascensore e scale di cristallo. Nel 2007 un secondo amplimento con nuove gallerie e nel 2010 viene completato un terzo ampliamento, che porta al raggiungimento di oltre 200 punti vendita. Città Fiera diventa cosi il più grande centro commerciale della regione.

Bardelli Antonio

Nasce a Udine nel 1914. A 14 anni apre a Colloredo di Prato un piccolo emporio di merceria che trasferisce nel 1945 in pieno centro a Udine. Negli anni successivi il suo lungimirante progetto arriva a comprendere 12 negozi, i Magazzini Il Lavoratore, cui si affianca il supermercato alimentare. Nel 1965 vengono inaugurate le filiali di Gorizia, Trieste e Pordenone. Curioso, innovatore, molto legato alla sua terra, in quegli anni da vita a varie altre attività: un laboratorio tessile a Moruzzo con il marchio " Il Tiglio" e un'industria per la produzione di granuli di plastica con il marchio "Nordchem". Nel 1967 rileva la Ferramenta Broili, i cui locali erano immediatamente adiacenti ai Magazzini Il Lavoratore, costituendo un unico grande complesso che risponderà in seguito al nome di "Galleria Bardelli". L'attività della Ferramenta non cessa tuttavia con questa operazione immobiliare, ma viene trasferita a Torreano di Martignacco dove prende il nome di Ferramenta Bardelli. Nel 1969, sempre a Torreano, avvia un'altra attività: i "Frigoriferi di Torreano". Grazie alle varie attività , la forza lavoro raggiunge numeri ragguardevoli tanto che Antonio Bardelli costituisce nel 1977 un impresa edile, la Ital Trybo, che cura la costruzione delle case del villaggio Pistocchia, case che vende ai suoi dipendenti a condizioni agevolate. Nel 1984 apre, sempre a Torreano di Martignacco, il "Supermercato Lavoratore Fiera", complesso di 3.500 mq di superficie di vendita, che diventa il nucleo originale di quello che oggi è il centro commerciale "Città Fiera". Infatti nel 1986 nasce, da una costola della Ferramenta, il "Brico Fiera" cui si aggiungono, negli anni successivi, il negozio di apparecchiature elettriche di Idreno Mattiussi, un negozio di articoli sportivi ed una libreria. Nel 1992, in piena crisi dei consumi, il figlio, Antoniomaria Bardelli, che già da alcuni anni partecipa con la sorella Elsa allo sviluppo delle attività, da vita al centro commerciale "Città Fiera" mentre la sorella continua ad occuparsi della Galleria Bardelli in centro a Udine.

Fred Pittino

Fred Pittino è nato a Dogna in Friuli nel 1906. Dopo aver ottenuto, nel 1924, il diploma di geometra, finì col dedicarsi esclusivamente alla pittura tenendo, nel 1930, la sua prima personale a Udine dove un gruppetto di giovani composto da Afro, Mirko, Grassi, Modotto, Piccini ed altri stavano dando nuovo impulso alle arti friulane. Nello stesso anno si trasferì a Milano dove sviluppò la sua personalità a contatto dei maestri del 900 e dei giovani che in quel periodo agivano nell'ambito di Brera e della Galleria del Milione, quali Birolli, Dal Bon, Spilimbergo, Sassu, Tomea, Fontana, Conte ed altri di cui Persico ne era il vessillifero. Nel 1940 tornò definitivamente a Udine dove ebbe importanti incarichi per l'esecuzione di affreschi e mosaici. Infatti per oltre 35 anni è stato direttore artistico della Scuola Mosaicisti di Spilimbergo. Pittino ha al suo attivo mostre personali a Venezia, Milano, Trieste, Roma, Gorizia, Pordenone, Udine, Gradisca d'Isonzo, Portogruaro, Spilimbergo, Lignano. Recentemente è stato invitato all'Art4'73 di Basilea; è stato presente alla biennale 19.a, 20.a, 24.a, 25.a, di Venezia, alle quadriennali romane e ad altre mostre collettive in Italia e all'estero. Sulla soglia degli ottant'anni Pittino dipinge con rara gioia inventiva e con giovanile baldanza: all'esaltante processo di decantazione del colore nella luce, alterna episodi caratterizzati dalla polifonia e sonorità delle tinte, o momenti di sublimazione di schegge della realtà, "raccontata" con la freschezza di sempre.

Francesco Bierti

Francesco Bierti è nato il 10 ottobre 1901 a Gemona del Friuli (Udine), paese d'antica civiltà ai confini della Carnia, da famiglia modesta ma non di basse condizioni. Il padre era decoratore di chiese, uno di quei maestri artigiani che andavano per l'Europa a dipingere pale d'altare, pulpiti e portali, ma anche edifici pubblici, palazzi municipali. Dopo un tragico viaggio su carri merci, dopo la prima guerra mondiale, la famiglia Bierti approdò a Livorno. Al ritorno a Gemona, nel 1919, la casa era semidistrutta. Bierti lavorerà col padre fino al 1928 e studierà alla scuola d'Arte e mestieri di Udine, studi che completerà nel 1936 con un diploma di abilitazione didattica. Ma la crisi del '29 lo coinvolgerà di nuovo alla sorte dei popoli friulani, l'emigrazione, e questa volta è Milano. Questa città ha una funzione decisiva nella vita di Bierti, non solo per la formazione psicologica ma per quella artistica e intellettuale. Vive a Milano un altro immigrato udinese, Giulio Trasanna, scrittore e poeta, ma soprattutto uomo geniale, ricco di idee per tutti. Gli fece conoscere Pittino, Birolli, Basaldella e Carlo Conte. Nel 1933 Bierti rientrò avvilito al paese. Ma da Milano aveva ricevuto anche le "ragioni del dipingere", che non lo abbandoneranno per tutta la vita. Fece una mostra nel 1934, poi altre fino alla collettiva con Pittino nel 1943. Ma siamo già nella seconda guerra mondiale e la famiglia Bierti ha di nuovo tutto da ricominciare, traversie e preoccupazioni economiche. Francesco trova un posto come insegnante di disegno e calligrafia a Pontebba (Udine), dove la sorella Regina insegna ricamo ed economia domestica. Ci rimane dal 1942 al 1944, quando viene arrestato come antifascista, la crudeltà gli fece dimenticare la gioia dei colori. Nel 1947 riesce ad ottenere il passaporto per la Svizzera. Negli anni '50 e '60, danno rilievo alla sua complessità di artista.

Renzo Tubaro

Renzo Tubaro è nato a Codroipo (Udine) nel 1925. Ha esposto più volte alla Quadriennale di Roma, alle Biennali di Arte Triveneta di Padova, di Verona e di Campione d'Italia, alle Trivenete delle Arti a Villa Simes e in molte altre collettive e personali. AI periodo dell'affresco di Goricizza risale anche l'incontro dell'artista con Pier Paolo Pasolini. Difficile parlarne con Tubaro, il quale va controcorrente nella sua volontà di limitare alla sfera dei ricordi privati un'amicizia che altri terrebbero, in questi anni, a porre sotto i riflettori. Nell'estate del 1951, al rientro da Roma, Tubato affresca il soffitto della navata nella chiesa parrocchiale di Gradiscutta (Udine), raffigurandovi San Giorgio e il drago. Assenza di paesaggio naturalisticamente concepito si registra pure nell'ampio ciclo mariano della Madonna di Strada a San Daniele (Udine), del 1953-1954, in cui le figure vengono inserite all'interno di una prospettiva architettonica o, nel caso dell'Assunzione della Vergine, sono isolate in primo piano stagliandosi su uno sfondo luminoso ma indifferenziato, cielo insondabile, più mistico che atmosferico. La decorazione della cupola di San Nicolò a Caneva di Tolmezzo (Udine - 1960), nella estrema felicità del suo esito complessivo, è il risultato ultimo di un primo progetto di decorazione per il soffitto della navata, terminato nel 1966. Sue opere figurano alla Galleria d'Arte Moderna di Venezia, alla Galleria d'Arte Moderna di Udine, al Castello Sforzesco di Milano e in varie collezioni private.

Cesare Mocchiutti

Cesare Mocchiutti nasce a Villanova del Judrio (Udine) nel 1916. Si accosta alla pittura nel dopoguerra e, neI '45, si trasferisce a Gorizia. Concorre nel '46 al premio di pittura figurativa e di poesia "Dama Bianca" allestito a Borgo Castello. Negli anni seguenti partecipa a varie manifestazioni organizzate a Palazzo Attems ove, nel '47, gli viene dedicata una prima personale. Dopo diverse presenze a livello regionale, Mocchiutti viene ammesso, nel '51, alla Quadriennale romana e, nel '53, partecipa alla Biennale Triveneta a Padova. Nel '55 è invitato ad allestire una parete alla Quadriennale di Roma ove vince il Premio Enaps. Gli anni Cinquanta proseguono con la personale del '55 alla galleria Odyssia di Roma, con la partecipazione alla ottava Quadriennale e con la personale del '58 alla galleria del Girasole a Udine. Nel '61 diventa insegnante presso l'istituto statale d'Arte di Gorizia, ove sarà responsabile della cattedra di decorazione pittorica per un ventennio. Gli anni Sessanta sono caratterizzati da un crescendo di mostre per-sonali e collettive. Aderisce alle iniziative promosse dal gruppo 2xGo che accomuna Gorizia e Nova Gorica e dall'lntart che, organizzando mostre a Udine, Klagenfurt e Lubiana, allarga l'orizzonte culturale verso le regioni contermini di Slovenia e Carinzia. In questi anni Mocchiutti elabora e sintetizza diverse esperienze culturali fino a giungere alla grande mostra personale allestita nella sala civica di Gradisca d'lsonzo. Gli anni seguenti lo vedono meno partecipe alle esposizioni; egli si dedica a sperimentazioni di tecniche diverse, dalla scultura in bronzo, alla ceramica, alla grafica. Negli anni Ottanta Mocchiutti riprende l'attività espositiva che lo vede protagonista, tra le varie manifestazioni cui partecipa, della personale del 1986 a Fagagna, della grande antologica a Palazzo Torriani a Gradisca d'lsonzo nel 1987, della personale del 1989 nel Palazzo comunale di Venzone. Nel 1992 tiene una personale a Udine presso la Galleria Colussa. Nell'estate del 1999 espone 40 opere a Grado presso il salone del Centro Congressi.

Arturo Cussigh

Arturo Cussigh nasce a Tolmezzo il 15 marzo 1911. I suoi genitori, Mattia e Maria della Vedova, sono originari di Sedilis di Tarcento. La sua è una grande famiglia: cinque fratelli e i genitori impegnati in una attività di commercio svolta nel cuore di Tolmezzo. Dopo le scuole elementari e medie Arturo decide di abbandonare gli studi. Il padre lo manda a lavorare presso la pasticceria Nigris, lavoro che il ragazzo lascia ben presto. A 14 anni viene mandato a Trieste in casa di parenti per approfondire lo studio del violino. Gli anni giovanili a Trieste sono molto importanti, perché Arturo, impiegatosi nel frattempo presso uno studio fotografico, scopre le sue doti d'artista ancora in erba e il suo interesse verso la pittura. Nei 1928 - 30 Cussigh fa amicizia con il pittore acquerellista Orfeo Toppi che lo sprona ad andare al Liceo Artistico a Venezia, poi all'Accademia di Belle Arti. Nei primi anni Trenta si trasferisce a Bologna con Virgilio Guidi, il più vivace e vitale fra i maestri a Venezia. Dal 1935 al 1939 Cussigh vive anni di grande intensità umana ed artistica. A Venezia Arturo trova anche l'amore, una studentessa come lui, Nerina Noro, che sposa nel 1935, ma l'unione finì bruscamente. Importanti incontri per Cussigh furono con Ardengo Soffici, grande personaggio dell'arte e della cultura del '900 e Novo Mesto in Jugoslavia, al quale paesaggio ha dedicato molti quadri del 1940-43. Ma il punto fermo della vita e della pittura di Cussigh è stata la Carnia. Il 25 maggio 1990 nella stanza dell'Ospedale di Tolmezzo finiva il suo giorno.

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