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Funghi e flora

Sesleria uliginosa Opiz - Sesleria delle paludi

Sesleria uliginosa Opiz - Sesleria delle paludi Famiglia: Poaceae Questa graminacea ha un areale che ricopre il centro e il nord Europa e le stazioni friulane sono probabilmente quelle più meridionali della sua distribuzione.. Si tratta di una specie dalle foglie lineari caratterizzate dalla lamina inferiore cerulea e dalla spiga con numerosi fiori poco vistosi riuniti in una struttura lineare, di altezza fino a 40 cm. La sua fioritura primaverile caratterizza le torbiere ancora in fase di riposo, successivamente questa graminacea diventa difficilmente osservabile fra gli intricati cespi di Molinia, Schoenus e Cladium da cui si distingue per le foglie ricoperte di cerosità azzurrognole. È una specie tipica delle torbiere montane su suoli preferibilmente acidi ma che nella pianura friulana si spinge in tutta la fascia delle risorgive e raggiunge quasi il mare presso Aquileia. Si può osservare in tutti i biotopi caratterizzati dalla torbiera alcalina, dove i suoi cespi azzurrognoli si mescolano a quelli di Schoenus. Essa è infatti strettamente legata alla torbiera bassa alcalina e ad alcuni lembi di molinieti particolarmente umidi. La forte contrazione dell'habitat, il suo abbandono e la diminuita disponibilità idrica ne hanno reso sempre più rara la presenza. D'altro canto la gestione tramite decespugliamenti e sfalci favorisce una veloce ripresa di questa specie che trova nelle cotiche meno compatte l'habitat ideale per vegetare e fiorire.

Senecio paludosus L. - Senecione palustre

Senecio paludosus L.  - Senecione palustre Famiglia: Compositae Specie eurosibirica, distribuita dall’Europa centrale all’Asia occidentale che, per quanto non minacciata a livello continentale, è in declino numerico in molti paesi europei, soprattutto al margine dell’areale. La pianta è perenne, alta fino a 2m ed oltre, con una vistosa infiorescenza lassa, composta da capolini grandi (fino a 3 cm di diametro), con foglie basali che spariscono al momento della fioritura. Le popolazioni locali appartengono alla sottospecie angustifolius, con foglie caulinari lineari-lanceolate, larghe circa 1 cm, abbraccianti il fusto, seghettate con denti rivolti verso l’apice, generalmente lisce sulla pagina superiore e biancastre per peli ragnatelosi in quella inferiore. La specie, generalmente planiziale o di bassa collina, vegeta sia su suoli torbosi che minerali, da leggermente acidi ad alcalini e può sopportare l’allagamento per diversi mesi all’anno. Gli individui adulti sopportano un certo grado di ombreggiamento. La specie occupa tipicamente due tipologie di stazioni: bordi di laghi, di stagni, di grandi fiumi delle pianure, dove si alternano periodo di allagamento e periodi, generalmente in estate, di disseccamento, nonché praterie umide e torbiere alcaline su suoli torbosi, generalmente ricchi di basi, dove la sua presenza è condizionata dal tipo di gestione. Nelle Risorgive friulane la specie è presente in diverse piccole stazioni, generalmente in tratti di cladieto in via di interrimento, soggette a sfalci occasionali, in situazioni idriche comparabili alla torbiera bassa a Schoenus, ma maggiormente eutrofiche.

Orchis palustris Jacquin - Orchidea di palude

Orchis palustris Jacquin  - Orchidea di palude Famiglia: Orchidaceae Legata ad alcuni specifici ambienti umidi planiziali, questa specie è tra le più rare e minacciate orchidee della flora italiana. Presente soltanto in alcune regioni ed in modo localizzato, la specie ha subito una forte riduzione dei propri biotopi, aggravata inoltre dagli effetti dell’abbassamento delle falde acquifere. Distribuita dall’Europa centrale e mediterranea fino all’Africa settentrionale ed al Vicino oriente, in Italia la specie occupa le bassure retrodunali, stagni costieri anche salmastri, prati molto umidi e torbiere alcaline. Alta fino a 60-70 cm e caratteristica per le foglie lineari-lanceolate, carenate ed arcuate, si distingue dalla congenere O. laxiflora per l’infiorescenza apparentemente più densa per la minore distanza dei fiori dal fusto, per il colore dei fiori più chiaro, per i lobi laterali del labello non riflessi e più piccoli di quello centrale, quest’ultimo sempre con piccole macchie porporine. Nell’area delle Risorgive friulane la specie contava ancora diverse piccole stazioni, occupando le zone più umide, spesso allagate, della torbiera alcalina (ass. Erucastro-Schoenetum), in vicarianza geografica con la classica associazione centro-europea Orchio-Schoenetum. Nonostante la tutela garantita alle ultime stazioni, tutte all’interno dei S.I.C., la specie ha subito negli ultimi anni un brusco decremento numerico a causa dell’abbassamento della falda idrica e della mancanza di gestione dei suoi biotopi, al punto che ne rimangono pochi esemplari.

Anagallis tenella - Centonchio palustre

Anagallis tenella  L. - Centonchio palustre Famiglia: Primulacee Pianta di minuscole dimensioni, dai fusti quadrangolari striscianti, spesso radicanti ai nodi, con foglioline opposte, subrotonde, brevemente spicciolate, lunghe 6-7-mm e con delicati fiori rosati con nervature più scure, che si dipartono verso l’alto, dall’ascella delle foglie, su peduncoli lunghi 10-15 mm. Specie con distribuzione compatta prevalentemente atlantica, possiede stazioni progressivamente più isolate nell’Europa centrale e nel Mediterraneo, dal livello del mare fino a circa 1.000 metri di quota. Legata a suoli umidi o saturi d’acqua, in stazioni aperte e luminose, sia su suoli torbosi che argillosi o sabbiosi, spesso su tappeti di muschi. Tipica di un clima oceanico, la specie è evidentemente adatta a climi più freschi ed umidi rispetto a quelli del bacino mediterraneo e di conseguenza in Italia è estremamente rara e molte delle stazioni note sono ormai estinte, rendendo Anagallis una delle specie più a rischio della flora italiana. Date le esigue dimensioni della specie, nei nostri climi è certamente indispensabile, oltre alla protezione dei biotopi, l’esecuzione di sfalci e l’asporto della biomassa vegetale per garantire la luminosità necessaria. Nell’area delle Risorgive friulane la specie era nota per diverse stazioni, che rappresentano il limite orientale della distribuzione italiana. Nonostante l’evidente declino della specie, alcune stazioni evidentemente localizzate in siti particolarmente adatti, sono sopravvissute a decenni di mancanza di sfalci, alcune su tappeti di muschi vicini all'acqua, altre direttamente sui depositi ghiaioso-sabbiosi bagnati dall’acqua di falda.

Aglio selvatico - Allium suaveolens

Allium suaveolens  Jacq.  - Aglio odoroso Famiglia: Liliaceae Bella specie di aglio selvatico che si distingue da specie simili, appartenenti allo stesso genere, per la presenza contemporanea della tunica del bulbo poco o nulla sfibrata, gli stami che superano appena in lunghezza i tepali ed il fusto fiorifero, alto fino 60-70 cm, cilindrico anche sotto l’infiorescenza. Quest’ultima è di colore roseo, più o meno carico a seconda delle località. La specie è distribuita prevalentemente nell’Europa sud-orientale, raggiungendo verso ovest la Francia, la Svizzera e la Germania. In Italia vive soprattutto nelle regioni della costa nord-adriatica, con alcune popolazioni che raggiungono il Piemonte. La specie predilige le stazioni umide, anche temporaneamente allagate, sia su suoli torbosi che minerali, ma è in grado di sopportare forti disseccamenti estivi. In Italia è specie caratterizzante due tipologie vegetazionali: in ambiente costiero, si ritrova nei molinieti retrodunali a Molinia caerulea e Molinia arundinacea (alleanza Molinio-Holoschoenion); in ambiente da planiziale a basso montano, si trova nei molinieti mesofili a Molinia caerulea (alleanza Molinion). Nell’area delle Risorgive friulane, la specie è molto diffusa, formando veri tappeti fioriti nei mesi di settembre-ottobre e sovrapponendo quasi precisamente la sua distribuzione a quella dell’associazione della prateria umida planiziale (Plantagini-Molinietum caeruleae), tanto nei siti più umidi, ai margini delle torbiere alcaline, spesso saturi anche nel periodo estivo, quanto sui terreni argillosi più distanti dalla falda freatica.

Hericium Erinaceus

Fungo raro. E' da considerarsi commestibile anche se può essere un po' coriaceo a maturazione. Meglio eliminare gli aculei, si evita così di impressionarsi alla vista di pezzetti che possono sembrare dei vermetti bianchi, tuttavia, vista la rarità di questo fungo, se ne sconsiglia la raccolta, se non per motivi di studio. Carpoforo voluminoso a forma di palla, di riccio o di cuscinetto, ha dimensioni che possono arrivare a 30 - 40 cm dalla parte più sviluppata fino ad un massimo di 20 cm in altezza. Il tutto forma un cuscinetto cuoriforme, che lo fa sembrare un cavolfiore per il colore bianco, e ad un istrice per gli aculei molto lunghi. Esso è composto di un gambo rudimentale che s'insinua nella corteccia dell'albero ospitante. D'aspetto fibrilloso e dissociato nella parte superiore, di colore bianco, che assume una tonalità giallastra a piena maturazione. Il fungo è formato da una massa carnosa (tronco) da cui si sviluppano, sia nella parte anteriore, ma anche in quella posteriore, degli aculei lunghi fino a 6 cm. Essi sono conici, pendenti, prima bianchi e poi, con l'età, giallastri. La base degli aculei ha uno spessore di 0,3 cm, assottigliandosi sempre più fino ai terminali, che possono avere lo spessore di soli 0,1 cm. CARNE: bianca, di consistenza elastica e un po' tenace, con formazione di cavità interne. Di sapore dolce, odore forte con sottofondo farinaceo. Amiloide. HABITAT: preferibilmente su alberi di quercia ancora vivi, oppure su faggio, noce, platani e altre latifoglie. Si sviluppa sul tronco ad una altezza di circa 3-4 metri. L'ambiente preferito è prettamente mediterraneo. E' fungo parassita e può raggiungere un peso di due chilogrammi.

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